Il 10 giugno 1940 l’Italia entrò in guerra. Per molti anni i club calcistici di Schio e di Thiene non s’incontrarono in singolar tenzone perché durante il conflitto i campionati furono ridotti o militavano in categorie differenti. Conclusa la Seconda guerra mondiale, il calcio riprese il suo corso normale e i derby ricominciarono con l’entusiasmo di prima. In quel periodo il Thiene e Schio non andavano oltre la metà classifica, ma come sempre a tenere banco c’era l’agognata contesa che il cronista chiosava così: “… anche se ormai tagliate fuori dalla lotta per il vertice l’incontro vale sempre per la supremazia provinciale…”.
Nel campionato 1947-’48 le due squadre rivali giocavano in serie C assieme all’Arzignano e all’emergente Marzotto di Valdagno, che da lì volerà in serie B. Anche in quegli anni il piatto forte del campionato era la sfida infinita tra le eterne contendenti.
Le tifoserie avversarie, quando le squadre s’incontravano, si comportavano in maniera sobria e tra i “gobi” da Schio e i “mas-ciari” da Thiene il rispetto era reciproco. Forse tutti non sanno, però, che nella stagione 1948-’49, con la probabile intercessione di Carlo Rosa detto “Nino”, ex centravanti del Thiene e della Triestina di serie A, fu ingaggiato con i rossoneri dal presidente Antonio Finozzi un giocatore di prestigio: l’ex alabardato Luigi Colaussi (all’anagrafe Luigi Colàusig, nato a Gradisca d’Isonzo il 4 marzo 1914), il quale con la maglia della nazionale del commissario tecnico Vittorio Pozzo aveva già vinto nel 1938 la Coppa Rimet.
Fu così che l’azzurro trentaquattrenne campione del mondo scese in campo allo Stadio Miotto di Thiene in qualità di allenatore-giocatore. Ripercorrendo in internet la sua carriera, vediamo che Colaussi iniziò con la Triestina in serie A nel 1930 (fino al 1940) e fu compagno di squadra oltre che di “Nino” Rosa anche del Nereo Rocco poi Paròn del Milan. Colaussi militò nella Juventus tra il 1940-’42. Giocò tre campionati pure a Vicenza (1942-’45).
Tornò a Trieste nel campionato 1945-’46 e poi giocò due anni nel Padova tra il 1946-’48. Non trovando nella lista l’annata 1948-’49, verrebbe da pensare che Colaussi si fosse preso un anno sabbatico, invece, come testimoniano libri storici e foto in nostre mani, in quel periodo egli giocava nel Thiene che pure allenava. Nel 1949-’50 si trasferì alla Ternana e in seguito in Sardegna, al Tharros nel 1950-’51, per concludere così la sua carriera di giocatore-allenatore nell’isola, ad Olbia col campionato 1951-’52. Colaussi continuò poi solo come allenatore: Alcamo, Triestina, Campobasso, Vittoria, Canicattì, Alcamo nuovamente, per concludere definitivamente la sua longeva carriera a Latina nel 1969-’70. Luigi Colaussi, detto Gino, fu un attaccante guizzante nel ruolo di ala tornante col classico numero 11 sulla schiena. Come si nota nelle foto delle tre formazioni, egli si disponeva in maniera già prestabilita: il primo in piedi a destra, nell’esatta posizione di squadra che aveva all’ala sinistra. Nella foto accanto: Silvano Chiumento
Colaussi era dotato anche di un tiro micidiale e nelle sue 25 partite giocate in maglia azzurra realizzò ben 15 reti.
Egli passò alla storia dei campionati mondiali di Francia 1938 per aver realizzato 4 goal in sole tre partite, compresa la famosa doppietta della finale giocata allo stadio di Parigi il 19 giugno 1938 contro l’Ungheria (al 5′ e al 35′) vinta dagli Azzurri per 4 a 2 e meritato epilogo per la conquista della Coppa del Mondo “Rimet” alzata dal commissario tecnico Vittorio Pozzo.
Con un simile esempio, nel Thiene allenato da Colaussi, non poteva che affermarsi tra i giovani attaccanti rossoneri un promettente giocatore che aveva le sue stesse caratteristiche tecniche. Una punta approdata poi in serie B alla corte del Padova (dove Colaussi aveva già militato tra il 1946-’48) allenato da Nereo Rocco, e cioè Silvano Chiumento, detto “Sipe”.
Giuseppe (Joe) Bonato