Nel gennaio 2019 Il calcio inglese è stato scosso da una tragica notizia: a 74 anni, dopo una lunga malattia non legata al Covid-19, è morto Colin Bell, leggenda del Manchester City a cavallo degli Anni 60 e 70. Bell, uno dei centrocampisti di maggior talento della sua generazione, in carriera ha segnato 153 in 498 partite per i Citizens, aggiungendo 49 presenze nella nazionale inglese (campione del mondo all’epoca della sua prima convocazione).
Il City, che gli ha dedicato una tribuna prima al vecchio Maine Road e poi – dopo il voto dei tifosi – anche all’Etihad Stadium, ha confermato la scomparsa: “Lascia la moglie Marie, i figli Jon e Dawn e i nipoti Luke, Mark, Isla e Jack – si legge nel comunicato del club, che riporta le parole del chairman Khaldoon Al Mubarak -. Sarà sempre ricordato come uno dei più grandi da tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo. Senza gli infortuni avrebbe vinto molto di più”.
Bell ha iniziato la sua avventura nella parte blu di Manchester nel ’65, proveniente dal Bury, nella seconda divisione inglese. Col City ha disputato 13 stagioni, lasciando il club nel ’79 (un’annata la saltò interamente per infortunio) per trasferirsi a San José negli Usa.
Il top della carriera l’ha vissuto sul finire degli Anni 60: campionato nel ’68, FA Cup nel ’69 e Coppe delle Coppe nel ’70 i trofei principali festeggiati a livello di club.