Il gioco del calcio arriva nell’attuale Basso Lazio (già Alta Campania) agli inizi del Novecento grazie a un gruppo di marinai inglesi approdati con un incrociatore della Marina britannica nel porto di Gaeta. Una delle prime squadre ad essere fondate in riva al golfo è quella dell’allenatore-giocatore Luigi Trabucco, allestita nel 1910 e composta da un gruppo di giovani studenti provenienti dal borgo della città. Il Gaeta di Trabucco ha vita breve disputando solo gare amichevoli e tornei non ufficiali organizzati dagli equipaggi delle navi militari presenti in porto.
Nel 1914 si registra la costituzione della prima vera società polisportiva biancorossa: l’Ardisci e Spera. Dopo aver dato lustro per circa un quindicennio allo sport gaetano, l’Ardisci e Spera (unitamente all’S.S. Gaeta 1920, all’U.S. Caieta e al Dopolavoro Gaetano) concorre per volere delle istituzioni politiche comunali al processo di riunificazione delle diverse realtà agonistiche cittadine terminando le proprie attività nel 1930. La Polisportiva Gaeta, unica e diretta discendente dello Sporting Club “Ardisci e Spera” e dell’S.S. Gaeta, viene fondata il 19 gennaio 1931 con il nome di Associazione Calcio Aquilotti, denominazione che pochi mesi dopo lascia il posto all’attuale Polisportiva Gaeta.
La neonata società del golfo, presieduta prima da Luigi Martano e poi da Giuseppe Mariotti, si iscrive nella stagione calcistica 1931-‘32 al campionato regionale laziale U.L.I.C. di Seconda Categoria e nel 1932-‘33 al torneo di Terza Divisione, quinto livello del calcio italiano dietro la Serie A, la Serie B, la Prima Divisione e la Seconda Divisione. Nel corso di quest’ultimo campionato ha l’opportunità di disputare i primi storici derby con il Cisterna e con la Di Biagio Terracina e di affrontare per la prima volta il Frosinone (Bellator Frusino). Chiude il torneo al quarto posto sfiorando l’ammissione agli spareggi regionali previsti per l’ammissione alla Seconda Divisione. Nel 1933-34 il Gaeta del presidente Mariotti e dell’allenatore-giocatore Vincenzo Montaretto, torna ad iscriversi in Terza Divisione ma non porta a termine il torneo ritirandosi alla nona giornata per motivi economici. Nel corso del 1933 la Polisportiva ha anche modo di affrontare al “Montesecco” il Napoli di Attila Sallustro, che nella stagione 1931-‘32 si era classificato terzo nel campionato di Serie A; tale storica gara amichevole termina due a uno a favore dei partenopeI, rinnovando i legami di amicizia con il club azzurro. Dopo la crisi del 1934 la società biancorossa si associa prima ai Fasci giovanili di combattimento e poi all’Opera Nazionale Dopolavoro partecipando ai tornei provinciali dei “Fasci” e ai campionati di Sezione Propaganda FIGC del Basso Lazio. Nel 1937 la Polisportiva si associa invece alla Gioventù Italiana del Littorio tornando ad allestire una squadra competitiva.
Nella stagione 1937-‘38 la compagine biancorossa vince nettamente il torneo di Seconda Categoria della Sezione Propaganda FIGC laureandosi Campione della Provincia di Littoria. Nell’annata successiva il Gaeta si iscrive al campionato di Seconda Divisione laziale annoverando tra le sue file elementi di notevole levatura tecnica come il portiere Colavolpe, i difensori Riciniello, Arcella, Ranieri, Nardi e Faiola, i centrocampisti Scarpato, Di Spigno, Fiorenzano, Manieri, Montano e Pagano, gli attaccanti Cervone, Giri, Pampaloni e Perrone; tra le fila biancorosse è inoltre presente il centravanti romano Luigi Perugini, futuro protagonista di una brillante carriera agonistica con le casacche prima dell’Ala Littoria (Serie C) e poi del Palermo (Serie A, 1945-‘46). La squadra allenata da Gianni Mazzoleni, sostenuta economicamente dal presidente Lorenzo Vagnati e dalla G.I.L., vince il torneo del 1938-‘39 dopo un lungo testa a testa con la Civitavecchiese II e il Civitacastellana conquistando la promozione in Prima Divisione, “Quarta Serie” nazionale e massimo campionato regionale dietro la Serie A, la Serie B e la neocostituita Serie C.
Nella stagione 1939-‘40 il Gaeta di Vagnati è la migliore squadra della provincia di Littoria, l’unica a partecipare al campionato di Prima Divisione. La matricola biancorossa, spesso in campo con una divisa completamente nera, parte con propositi ambiziosi conducendo la prima parte del torneo in testa alla classifica e accreditandosi come una delle principali favorite alla promozione in Serie C. Un girone di ritorno meno brillante non le permette il passaggio alla categoria superiore relegandola al quinto posto finale.
La Seconda guerra mondiale e l’entrata in guerra dell’Italia al fianco della Germania interrompono la crescita del movimento calcistico gaetano pregiudicandone l’ascesa verso traguardi ancora più prestigiosi; alla vigilia della stagione agonistica 1940-‘41 i dirigenti della Polisportiva sono infatti costretti a operare un profondo rinnovamento dei quadri tecnici allestendo una compagine meno competitiva rispetto agli anni precedenti. Il torneo di Prima Divisione del 1940-‘41 viene quindi affrontato tra mille difficoltà: il Gaeta soffre in particolare nel corso della stagione i richiami alle armi dei suoi giocatori e una condizione economica sempre più precaria. La squadra di Vagnati e Mazzoleni disputa in totale tredici delle diciotto partite in calendario ritirandosi alla quarta giornata del girone di ritorno dopo aver conseguito quattro vittorie, un pareggio e otto sconfitte.
Dopo la lunga sospensione delle attività dovuta al conflitto bellico, la Polisportiva Gaeta torna ad iscriversi a un torneo federale nel 1946, grazie a un gruppo di appassionati capeggiato dal sindaco della città Giovanni Cesarale e dall’ex giocatore e fondatore della società Mario Taglialatela. La ripresa dell’attività agonistica riserva subito grosse soddisfazioni alla compagine biancorossa che nel 1946-‘47 conquista la promozione in Prima Divisione, quarto livello del calcio italiano e massimo torneo regionale, per poi sfiorare nelle due stagioni successive la scalata alla Promozione Interregionale, nuova quarta serie nazionale istituita nel 1948-‘49.
Nella stagione 1965-‘66, la squadra gaetana vince venti partite consecutive nel campionato di Seconda Categoria laziale, venendo elogiata da tutti i giornali nazionali e ospitata dalla Domenica Sportiva.
Nella stagione 1971-‘72, guidata dall’allenatore Ermete Patriarca affronta di nuovo il Napoli, perdendo 8-1 (gol biancorosso di Porcacchia), la Roma di Herrera (2-2) e la Nazionale Militare. Nel corso di questa stessa stagione il portiere Ermanno Martelli stabilisce il massimo record di imbattibilità per un portiere biancorosso con 1221 minuti senza subire reti (record nazionale per squadre dilettanti). Nel 1973 il Gaeta gioca invece un’amichevole con il Torino (1-3), con il Verona di Mascetti (0-5) e ancora con il Napoli, stavolta terminando la partita con un prestigioso pareggio per 2-2.
Nelle stagioni 1973-‘74, 1974-‘75 e 1976-‘77 la squadra biancorossa giunge sino ai quarti di finale nazionali della Coppa Italia Dilettanti, venendo eliminata nell’ordine dalla Bovalinese, dall’Angri e dall’Assisi. Il Gaeta si muove poi tra i campionati di Serie D e Promozione, sfiorando nelle stagioni ’81-’82 ed ’83-8’4 la promozione in Serie C2.
Foto: archivio “Gaetani”