Un sentito omaggio a uno degli strateghi che ha cambiato il modo di giocare a calcio.
Il Generale e i suoi ragazzi lasciarono l’Olimpico di Monaco di Baviera trascinando la loro tristezza alla ricerca di un bicchiere di Jenever; un po’ di “coraggio olandese” per affogare i suoi dispiaceri non guasterebbe. Gli inventori del gin sono caduti 1-2 nella finale di Germania 74 contro i locali.
Sono usciti con un insipido secondo posto, in contrasto con il gioco mostrato; avevano catapultato il concetto di calcio totale sulla scena mondiale.
Rinus Michels ha trovato nel tulipano d’oro il suo partner ideale: Johan Cruyff. Lo squisito miglior giocatore europeo di tutti i tempi è stato come il suo assistente tecnico in campo.
Con l’Ajax ha vinto tutto, più di nove trofei tra il 1965 e il 1971, inclusa una Coppa dei Campioni. Con la nazionale, la pressione del calcio a tutto campo dove tutti difendono e tutti attaccano, ha lasciato in eredità un secondo posto mondiale. Un piccolo premio per i tanti applausi. Ma il buon calcio ha sempre la sua rivincita, e il Generale ebbe la sua. Dove? Non potrebbe essere in nessun altro stadio.
Prima, nella finale di Argentina ‘78, il Monumental ha visto l’Argentina contro l’Olanda, sempre in finale; questa volta senza Michels, che all’epoca gestiva il Barcellona, e senza Cruyff, che si rifiutò di giocare per motivi familiari e-o politici.
Resenbrink. L’Uomo Serpente gelò il sangue dei gauchos al novantesimo minuto quando schiacciò una palla sul palo nel momento in cui la partita era sull’1-1. Ai supplementari l’Argentina segna due gol. È campione del mondo per la prima volta.
Ancora un secondo posto, ancora una volta la stampa è stata inondata di elogi. L’arancia meccanica è diventata la seconda classificata più amata dei Mondiali. Stava ancora facendo la storia.
Rinus Michels riprenderà i suoi passi all’ Olympiastadion di Monaco. La finale di Euro ‘88 in Germania ha preparato per lui le migliori ricompense.
Dopo il secondo step al Barcellona, l’esperienza nel nascente football statunitense a Los Angeles e la guida del Colonia, torna a guidare la sua arancia meccanica prima dell’imminente sfida europea nelle terre teutoniche.
Per chiudere i capitoli, Rinus ha puntato l’attenzione sulla Germania padrona di casa nella semifinale di Amburgo, stesso punteggio del 1974, due a uno in rimonta dopo il gol di Lothar Matthäus al 55′: Koeman al 74′ e il triplo Pallone d’oro van Basten all 88’, hanno mandato la squadra del Generale in una nuova finale. Il gol di van Basten è quello più osannato nella storia del calcio tulipano: dieci milioni di olandesi sono scesi in piazza per festeggiare, non importava che fosse martedì. “Abbiamo vinto la guerra”, è stato gridato in tutto il paese.
Undici giocatori dell’Unione Sovietica (ultima partita come grande repubblica prima della sua dissoluzione) hanno separato l’arancia del Generale dalla gloria. La finale è stata la rivincita della prima fase del torneo, dove i sovietici hanno vinto con il gol solitario di Vasily Rats. Avrebbero dovuto abbattere il muro di Astrakhan, l’imprendibile Rinat Dasaev, all’epoca il miglior portiere del mondo.
Il 25 giugno davanti a sessantamila spettatori, il capitano Ruud Gullit ha portato i tulipani in vantaggio al minuto 34 con un tremendo colpo di testa. A mettere l’inchino al titolo, ancora Marco Van Basten, al 54′: mette il doppio a zero con un tiro al volo tremendo e senza lasciarlo cadere da un’angolazione impossibile. Secondo molti tifosi, il gol più bello della storia del calcio europeo.
Capitolo chiuso. Il Generale Rinus Michels è stato campione per la prima e unica volta con la sua arancia meccanica. In questo modo, l’Olimpico di Monaco ha saldato il proprio debito con i creatori del calcio totale.
Mario Bocchio