Il punto più alto del Brindisi
Mag 16, 2023

Il culmine di una cavalcata che portò il calcio brindisino al punto più alto della sua storia: sono passati esattamente 51 anni, infatti, da quando la squadra biancazzurra conquistò sul campo la promozione in serie B. Il 4 giugno 1972 il Brindisi (allora Polisportiva Brindisi Sport) batteva 4-1 il Potenza, centrando la prima posizione matematica del girone C della serie C, garantendosi il salto di categoria per il vantaggio di 5 punti a due turni dalla fine e conquistando il campionato cadetto per la prima volta sul campo, dopo l’esperienza post bellica in cui la società fu inserita in serie B in virtù della riorganizzazione del 1946. Un gruppo che stabilì con la città un legame sentimentale, che continuò anche quando lasciarono il team biancazzurro. La guida di quella squadra era Franco Fanuzzi, imprenditore tarantino nel ramo dell’edilizia, che aveva costruito un suo credito anche fuori dai confini pugliesi, numero uno della squadra biancazzurra dal 1966 e scomparso prematuramente l’8 maggio del 1974.

La “rosa” del Brindisi 1971-’72

L’impronta di Fanuzzi nel calcio cittadino portò, nel 2000, il consiglio comunale brindisino ad intitolargli lo stadio. Una seconda gamba su cui si poggiò quella squadra è quella di Luís Vinício, come allenatore: l’ex attaccante di Inter, Napoli, Vicenza e Bologna, nato 91 anni fa a Belo Horizonte (in Brasile), prese in mano quell’anno la squadra dopo l’esperienza alla Ternana (subentrando a Pasquale Morisco) e la condusse al primo posto. La promozione, comunque, non sarebbe stata possibile senza una rosa all’altezza, ed anche lì si scorgono nomi che sono diventati parte integrante della storia calcistica biancazzurra, a partire da una delle figure più carismatiche di sempre, Bernardino Dino Cremaschi, chiamato Il grande Blek come un famoso fumetto di quegli anni.

Il presidente Franco Fanuzzi portato in trionfo

Cremaschi nacque a Mairago, in provincia di Milano ma visse una storia d’amore con Brindisi che durò sul campo dal 1969 al 1973, con 130 presenze e 30 reti complessive ma rimase inalterata fino alla data della sua morte, il 3 giugno 2007, poco prima che scoccassero i 35 anni dalla storica promozione. Sette anni dopo, nel 2014, la tribuna centrale dello stadio Fanuzzi fu intitolata al Grande Blek.

Tifosi in delirio

Altro nome di peso in quella rosa è quello di Mario Brugnerotto, difensore originario di Martellago, in Veneto, scomparso il 24 giugno del 2021 . A partire dal 1959 Brugnerotto collezionò 277 presenze in biancazzurro. Oltre a loro, c’era anche un nutrito gruppo di giocatori che legò a doppio filo il proprio nome a quello del Brindisi in quegli anni, come ad esempio Giuseppe Maschi, Mario Cantarelli, Giorgio Girol, Mario Tomy e Diego Giannattasio, ma anche calciatori locali: su tutti l’enfant du pais Antonio La Palma, che da quel Brindisi prese il volo andando con Vinício al Napoli in serie A (e nella massima serie ancora ad Avellino), per poi tornare a giocare a Brindisi negli anni 80 e diventandone allenatore tra il 1990 ed il 1993. Così come era nato in città anche Paolo Lombardo, che poi si trasferì a Siracusa.

La festa nelle vie di Brindisi

Trai pugliesi c’erano anche i leccesi Aldo Sensibile (sei stagioni in biancazzurro) ed Antonio Mimmo Renna, in passato scudettato con il Bologna nel 1963-‘64. In molti, in città, hanno ancora in testa l’eco di quella stagione. L’anno successivo, con Vinício alla guida, il Brindisi fu settimo a 41 punti, mentre nel 1973-‘74, con Gianni Di Marzio alla guida la squadra partì forte ma anche dopo il cambio forzato dell’allenatore (coinvolto in un incidente stradale) calò, salvandosi solo alla fine. Il sogno della B si interruppe poi nel 1975-‘76, con la retrocessione in serie C.

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