La prima “partita del secolo”
Mag 11, 2023

I campioni del mondo volevano riconfermare la gloria del Maracanã a Svizzera ‘54, ma a Losanna la squadra ungherese, campionessa olimpica e superfavorita del torneo, era pronta a fissare il proprio appuntamento con la storia

La squadra uruguaiana arriva in Svizzera nel 1954 con l’aura di campione del mondo. Degli eroi del Maracanã sopravvivono otto nomi, tra cui il grande Obdulio Varela, Juan Alberto Schiaffino e il portiere Roque Gastón Máspoli. Colui che ha scritto direttamente lka storia non c’è più: Alcides Gigghia. Al suo posto e con la stessa maglia numero sette, il giovane e veloce Julio César Abbadie, rappresenta la speranza di difendere la Coppa Jules Rimet a suon di gol.

József Bozsik, il capitano ungherese nel saluto formale con William Martínez, che indossava la fascia di capitano uruguaiano. Il grande Obdulio Varela ha dovuto vivere la partita dalla panchina a causa di un infortunio prematuro. Pochi secondi dopo si sarebbe iniziata a scrivere una delle pagine più belle della storia del calcio

Il compito non è facile, la grande favorita per il titolo mondiale è la squadra ungherese. La macchina composta da Puskás, Kocsis e Hidegkuti, la stessa che ha vinto l’oro olimpico due anni prima a Helsinki e che ha anche fa umiliato l’Inghilterra con uno clamoroso 6-3 nel suo tempio fino ad allora inespugnabile di Wembley.

Celeste e magiari avanzano a ritmo sostenuto: i Charrúas battono i cechi 2-0 all’esordio e polverizzano la Scozia 7-0. Gli ungheresi eliminano la Turchia 9-0 all’esordio, giorni dopo battono la Germania con un categorico 8 a 3, una vittoria che suona come quella classica di Pirro per l’infortunio di Puskás, il giocatore più in vista, che secondo i medici avrebbe potuto tornare solo per la finale.

Un’ istantanea dell’indimenticabile partita di Losanna. Hohberg, cerca di sfondare la difesa di ferro degli ungheresi

Nei quarti l’Uruguay batte l’allora presuntuosa e arrogante Inghilterra con un 4-2 pieno di autorità, mentre l’Ungheria vince letteralmente una battaglia… “la battaglia di Berna” contro un Brasile ansioso, violento e ferito.

Poi arriva una finale anticipata, faccia a faccia: Uruguay – Ungheria le grandi favorite a tu per tu e con il meglio che hanno o… possono… La Celeste non può contare su Obdulio Varela o Abaddie. L’Ungheria, risentita per la battaglia contro il Brasile, è ancora senza il suo campione: Férenc Puskás.

La finale prima della finale si gioca il 30 giugno 1954 alle 18 davanti a quarantamila tifosi che affollano lo stadio di Losanna. La palla rotola, l’Ungheria attacca furiosamente, al 16′.

Minuto 86. Hohberg ha appena eluso Grocsis e mette a segno un tiro che la coppia di difensori ungheresi non riesce a fermare. La Celeste si aggrappa alla Coppa… il popolo uruguaiano è in delirio e il cuore del marcatore è come se finisse nella sua gola

Zoltán Czibor buca la rete del Máspoli, l’1-0 resta fino alla fine del primo tempo con la superiorità magiara. Un minuto dopo l’intervallo Nándor Hidegkuti segna il 2-0, che potrebbe essere definitivo, contro qualsiasi avversario, ma qui c’è l’Uruguay.

Con il passare dei minuti gli uruguaiani cominciano a migliorare, la spinta di William Martínez, l’abilità di Ambrois e il talento di Schiaffino riescono a far pendere il campo verso la porta di Grocsis, finché al 75′ Hohberg segna il gol rasoterra della speranza.

Dopo l’emozionante festa per il pareggio, Juan Eduardo Hohberg ha avuto un attacco di cuore. Il medico Carlos Abate, lo assiste e gli dice che non può tornare in campo. L’eroe uruguaiano voleva tornare a difendere il titolo mondiale a costo della vita

La partita continua e la lotta prosegue  in mezzo a una pioggia insistente che si mescola al sudore di quei 22 colossi. A due minuti dalla fine, nel pieno del dramma che si sta consumando in campo, ancora Hohberg controlla un pallone nel cuore dell’area, elude Grocsis e mette a segno un tiro in mezzo a due ungheresi che tentano disperatamente di evitare l’impresa: 2 a 2, “Il leone sconfitto scuote la criniera”, ha gridato eccitato e con una lacrima in gola il grande giornalista Carlos Solé.

L’Uruguay ha pareggiato spremendo tutto il suo cuore, lo stesso che ha smesso di funzionare per Hohberg!… I suoi compagni di squadra lo hanno abbracciato in modo tale che l’eroe uruguaiano ha letteralmente lasciato la vita in campo. Assistito dalmedico, Hohberg è tornato in vita e il gioco è ripreso. I tempi supplementari avrebbero potuto essere evitati se Schiaffino non avesse sbagliato un’occasione incredibile al 90′, il fango non ha permesso alla palla di baciare la rete e allargare la leggenda della Celeste.

Con un Hohberg malconcio, gli uruguaiani riportano un’altra vittima: El Negro Rodríguez Andrade si infortuna, l’Ungheria ne approfitta e Sándor Kocsis sigilla la storia con due colpi di testa negli ultimi dieci minuti di gioco, 4-2 e Ungheria va in finale!

L’Uruguay ha venduto a caro prezzo la sconfitta, la prima ai Mondiali e alle Olimpiadi. Erano 21 le partite imbattute, 21 partite leggendarie. Giorni dopo, l’Ungheria sarebbe caduta in finale contro la Germania del dopoguerra, e avrebbe perso il record di imbattibilità di quasi quattro anni.

Uruguay e Ungheria nel 1954, furono due grandi senza corona ma con una partita immortale: la prima partita del secolo.

Mario Bocchio

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