Quest’immagine risale al 1968, anno in cui l’Italia si aggiudica il primo titolo continentale della sua storia. Per la precisione la Nazionale ha appena alzato la coppa, la sera del 10 giugno allo stadio Olimpico, al termine della finale bis vinta 2-0 contro la Jugoslavia.
Per l’esattezza è il 3 luglio. È il giorno in cui i signori qui ritratti, alcuni dai volti piuttosto noti, si ritrovano nello studio notarile Barassi di Milano per sottoscrivere l’atto di nascita dell’AIC, l’Associazione Calciatori, il sindacato che da allora regola l’attività professionistica dei calciatori italiani dal punto di vista giuridico e previdenziale.
Il primo da sinistra è Sergio Campana, dottore in legge all’epoca trentaquattrenne, nonché fresco di iscrizione all’Ordine degli avvocati, firmata in concomitanza con il ritiro dai campi da gioco calpestati indossando soprattutto la divisa biancorossa del Lanerossi Vicenza. Fra i principali animatori del sindacato, l’avvocato Campana ne sarà presidente per oltre quarant’anni, guidando l’Associazione nel corso di conquiste fondamentali della sua storia, come l’abolizione del “calciomercato”, le regole dello svincolo contrattuale, il diritto a una pensione a un’assistenza sanitaria.
Procedendo da Campana verso destra si riconoscono calciatori che hanno saputo fare la storia del proprio sport, dentro gli stadi e fuori. Il primo è il compianto Giacomino Bulgarelli, scomparso nel 2009 dopo essere stato illuminato regista dell’ultimo scudetto vinto dal Bologna, nel 1964. Seguono Gianni Rivera, fuoriclasse del Milan campione d’Europa negli anni ‘60, Giorgio Sereni, terzino di Palermo e Padova, Giancarlo De Sisti, amatissimo interno di Roma e Fiorentina, Gianni Corelli, attaccante multiuso di Napoli e Mantova, Sandro Baffo Mazzola, all’occorrenza punta o trequartista della Grande Inter, Carlo Mupo, colonna difensiva del Bari. Come Bulgarelli, anche Sereni, Corelli e Mupo sono scomparsi.
L’assemblaggio di teste pensanti congegnato dall’avvocato Campana unisce opportunamente superstar della Nazionale e semplici professionisti del pallone, così da garantire piena e autentica credibilità alla rappresentanza della categoria. L’ex attaccante del Vicenza resta sempre fedele a questa linea, poi proseguita dai suoi successori Damiano Tommasi e Umberto Calcagno, attuale presidente dell’AIC.
È una coerenza di cui Campana lascia traccia nel 2011, quando è il momento di vergare le righe di un elegante e appassionato congedo. È la lettera aperta in cui tiene a citare, fra quanti lo hanno sostenuto nella creazione dell’AIC, anche Ernesto Castano, difensore della Juventus di Heriberto Herrera, Giacomo Losi, non dimenticabile cervello difensivo della Roma, ed Eugenio Rizzolini, negli anni ‘60 centrocampista-bandiera del Brescia.