Il presidente dell’ultimo Scudetto
Mar 7, 2024

Orfeo Pianelli, dopo un decennio di difficoltà della società granata iniziato quando nel 1953 Ferruccio Novo si dimise da presidente,  nel 1962 decise di prendere in mano la situazione e acquistò il Torino.

Orfeo Pianelli davanti alla sua fabbrica

Di origine mantovana, Pianelli giunse in Piemonte negli anni Trenta, lavorò prima come falegname per poi dedicarsi alla riparazione delle antenne televisive danneggiate dai bombardamenti. Fu lì che emerse il suo telento imprenditoriale che lo portò a fondare, insieme a Domenico Traversa l’azienda Pianelli&Traversa, specializzata nel trasporto e nella distribuzione dell’energia elettrica. In breve tempo divenne fornitrice ufficiale dei grandi complessi industriali di Torino.

“Avvenne nel 1962, durante una festa alla quale partecipavano i giocatori del Torino. Avevo sempre tifato per i granata e ci sono andato, anche per fiutare un po’ l’aria. Le cose non andavano troppo bene sotto il profilo finanziario ed io sborsai trenta milioni. Mi ammisero prima nella società finanziaria, poi nel consiglio d’amministrazione. Si svolgevano assemblee di fuoco, sempre per via dei debiti. Ce n’erano già per due miliardi. Presidente era allora Filippone che continuava a sbraitare: bisogna cacciar fuori soldi. Dissi che non avrei più dato un centesimo, non mi andava come amministravano la società. Nel febbraio del 1963 ho preso in mano tutto io, ed ho cercato di amministrare il Torino come una mia azienda” amava ricordare.

Pianelli con la Coppa Italia 1971

All’inizio della sua presidenza arrivarono talenti come Denis Law, Joe Baker, Nestor Combin, Gigi Meroni, e iniziarono ad affermarsi giovani del vivaio. Un nucleo di uomini di prim’ordine come Ferrini, Agroppi, Fossati, Cereser, Puja, Vieri e tanti altri diedero vita al tremendismo granata e rafforzarono quell’immagine di squadra-famiglia che si contrapponeva alla squadra-azienda che si andava affermando nel calcio.

Pianelli e Nereo Rocco, a destra

Nereo Rocco fu l’allenatore scelto da Orfeo Pianelli dal 1963 al 1967: “el Paròn” non ottenne risultati importanti ma ebbe la capacità di assecondare il genio e la sregolatezza di Gigi Meroni e di ricostruire Nestor Combin, un giocatore che arrivava da 2 stagioni fallimentari con la Juventus e il Varese, gettando così le basi per costruire una società competitiva. Fu proprio durante la conduzione dell’allenatore triestino che si presentò la possibilità di acquistare Paolo Pulici dal Legnano e Orfeo Pianelli, ci vide più lungo lui di Nereo Rocco.

Negli anni a seguire si completò il capolavoro: poco per volta, a partire da Pulici e Claudio Sala, si forma l’unica squadra che finora ha potuto fregiarsi del tricolore dopo la tragedia di Superga.

La contestazione dei tifosi. Pianelli aveva vissuto giorni terribili per il rapimento del nipotino Giorgio Garbero

Orfeo Pianelli lasciò il Torino nel 1982 a seguito di traversie lavorative e personali che lo segnarono nel corpo e nello spirito, ma rimane tutt’ora il ricordo incancellabile di un uomo buono e giusto che innanzitutto teneva al bene dei suoi ragazzi.

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