Agrigento è la città che diede i natali a Luigi Pirandello, scrittore, poeta e drammaturgo, insignito del Premio Nobel nel 1934. E Agrigento ed il suo territorio sono la fonte d’ispirazione degli scritti del grande agrigentino. Arroccata sul colle della Rupe Atenea, la città moderna ha ai suoi piedi un comprensorio archeologico di rara importanza e bellezza.
Akragas, Agrigentum, Kirkent, Girgenti e, finalmente, Agrigento: queste le sue diverse denominazioni nel corso della sua storia bimillenaria, che hanno scandito i tempi e le genti che vi hanno risieduto, lasciando ai posteri importanti ed incomparabili vestigia, celebrate nei loro scritti, da Orville, a Riedsel, da Munter al viaggiatore per eccellenza Johann Wolfgang Goethe.
L’idea di chiamare la squadra di calcio di Agrigento Akragas si concretizzò nel 1952, quando i soci dell’Unione Sportiva accostarono le origini greche della città, alla più importante squadra di calcio del capoluogo. Agrigento esibisce con orgoglio la sua grecità e non soltanto con la maestosità della Valle dei Templi. L’Akragas, settantuno anni di storia sportiva, desta curiosità tra i gli appassionati calciofili oltre per la denominazione (per tanti era la squadra di Agrigento sponsorizzata da una società del gas) anche e soprattutto per gli importanti traguardi raggiunti ma anche per le cocenti delusioni.
Qualche anno dopo la fondazione, una brillante serie di successi porta la squadra biancazzurra fino alla serie C nazionale dove per dieci anni si misura con le più importanti piazze calcistiche meridionali. Dieci anni di successi e la serie B sfiorata nel campionato 1962-‘63. Agrigento calcistica non può sostenere un peso finanziario così gravoso. Inevitabilmente, sul finire degli anni 60, l’Akragas retrocede in Quarta Serie restandoci dieci anni; ancora l’amarezza di una retrocessione nel campionato 1977-‘78 quando per la prima volta “scivola” in Promozione. Solo un anno dura la permanenza nel torneo regionale. Una entusiasmante sequenza di successi porta la squadra al ritorno in serie C nel campionato 1980-‘81 conquistando, nel torneo 1983-‘84, il sesto posto.
Da quel momento ennesima parabola discendente fino al primo fallimento (1988). Il calcio agrigentino rinasce qualche anno dopo e nei primi anni novanta la squadra torna a militare in serie C. Dura poco.
Ancora un fallimento azzera la storia calcistica cittadina. Gli anni novanta e duemila sono caratterizzati da anonimi campionati regionali ma la svolta avviene meno di dieci anni fa. L’Akragas, successo dopo successo, dall’ Eccellenza regionale approda, ancora una volta, nel calcio professionistico ma nel 2017 viene dichiarata fallita per debiti. La storia recente vede la squadra della città di Agrigento impegnata in campionati strutturati su base regionale.
Ma i “Giganti” (così vengono chiamati i calciatori dagli sportivi locali per via dello stemma sociale che riproduce i tre Telamoni) hanno ancora tante energie per tornare in auge. Lo stadio, intitolato ad Esseneto, atleta di Akragas vincitore di una Olimpiade, è pronto a far rivivere agli sportivi agrigentini la gloria e le emozioni che solo l’Akragas riesce a trasmettere.
Tra i tanti “Giganti” come non ricordare gli allenatori Carmelo Di Bella, Egizio Rubino e Franco Scoglio che hanno allenato anche in Serie A o Legrottaglie, campione juventino e Nazionale azzurro, allenatore biancazzurro in Lega Pro.
Tra i calciatori ”i capitani” Gaspare Gallo, Mario Rossi (otto anni di militanza) e Peppe Catalano ma non si possono elencare tutti. Sicuramente chi ha indossato la maglia bianco azzurra resta per sempre un “Gigante”. E gli sportivi agrigentini al grido di “giganti, giganti” spingono al successo la squadra con l’auspicio di tornare presto nel calcio professionistico.