Nel 2019 è morto improvvisamente all’età di 73 anni Renato Cipollini. L’ex portiere era nato a Codogno, provincia di Lodi, ma ormai da decenni abitava a Ferrara tanto da essere quasi considerato emiliano d’adozione.
Cresciuto calcisticamente nella Fiorentina, aveva poi debuttato nella Serie C della stagione 1965-‘66 con l’Empoli.
L’anno successivo passa alla Spal che lo fa esordire in Serie A, si alterna titolare tra i pali della formazione estense con Gabriele Cantagallo. Sono anni difficili per la formazione di Ferrara, che conosce l’onta di una doppia retrocessione dalla massima serie alla C. Cipollini resta in biancazzurro fino all’estate del 1970, poi si trasferisce al Brescia dove gioca un campionato di Serie B nella stagione 1970-‘71. Seguono due stagioni al Como, sempre nella serie cadetta ed il passaggio all’Atalanta nel 1973.
A Bergamo – come ricorda Michele Caltagirone – disputa quattro stagioni in B, culminate con la promozione nella stagione 1976-‘77. Nell’estate del 1977 arriva la chiamata dell’Inter che cerca un secondo del titolarissimo Ivano Bordon.
In nerazzurro Cipollini vince uno scudetto nella stagione 1979-‘80 e due Coppe Italia nelle stagioni 1977-‘78 e 1981-‘82. La prima coppa nazionale della sua carriera la vince da titolare in una delle sue poche presenze ufficiali con la maglia dell’Inter, gioca infatti lui la finale che si disputa a Roma l’8 giugno 1978 che vede i nerazzurri superare 2-1 il Napoli.
Con l’Inter vince anche il Mundialito nell’estate del 1981, giocando da titolare tre partite su quattro a causa dell’infortunio di Bordon nella prima sfida contro il Peñarol.
Renato Cipollini appende dunque scarpette e guanti al chiodo al termine della stagione 1981-‘82 e passa alla scrivania iniziando proprio dall’Inter.
Sarà poi un apprezzatissimo dirigente della Spal nell’epoca della gestione Nicolini. Succesivamente entra nella dirigenza del Modena e, in seguito, anche in quella del Bologna con la proprietà di Giuseppe Gazzoni Frascara ricoprendo diversi ruoli fino a diventare presidente nel 2001, quando Gazzoni fece un passo indietro in seguito alle contestazioni della tifoseria e restando il numero uno rossoblù fino alla cessione ad Alfredo Cazzola e Renzo Menarini. Nel luglio del 2011 diventa amministratore delegato del Lecce, nel 2014 era stato nominato direttore generale della Lega Pro al posto di Francesco Ghirelli.