Ancora un lutto nel mondo del calcio: è morto Mario Zurlini, roccioso difensore degli anni ‘60-’70. È morto nella sua Parma, dove era nato e dove si era imposto da baby talento come calciatore.
Dopo tre anni da protagonista con la maglia del Parma Zurlini fu acquistato dal Napoli che stava costruendo uno squadrone per risalire in serie A ed in azzurro giocherà dal 1964 al 1974 collezionando 197 presenze e due gol, di cui uno storico alla Juventus, nel ’71 (“era il 7 marzo 1971 e a Torino perdevamo 3-0 quando di destro, io che sono sinistro, segnai un gol in sforbiciata. L’altra rete in serie A l’ho realizzata contro il Lanerossi Vicenza: vincemmo 2-1 il 25 novembre 1973”).
Dopo la promozione in A del Napoli Zurlini esordì nella massima serie proprio contro i bianconeri (“Era il 20 novembre 1966 al San Paolo contro una squadra forte come la Juventus. Una data che non dimenticherò mai, anche se abbiamo perso per 1-0”) iniziando una lunga e proficua carriera da libero, con al fianco l’amico Panzanato.
Nel campionato 1970-’71 la difesa del Napoli con Zoff, Ripari, Pogliana e la coppia Zurlini. Panzanato in 30 partite subì 18 reti, diventate 19 per il 2-0 a tavolino con il Milan. Alla Gazzetta di Parma Zurlini rivelò: “Eravamo un bel gruppo, abituati a giocare in un certo modo, a marcare molto stretto gli avversari, a ‘menare’ quando ce n’era bisogno. Da libero ho sempre cercato di guidare i miei compagni nel modo migliore. Era una difesa che faceva paura alle grandi squadre. Quando, poi, giocavamo contro la Juventus era come una guerra, nel senso buono del termine, perché loro avevano tanti giocatori forti. Con Panzanato mi trovavo bene, eravamo due difensori arcigni”.
Quando tornò a Parma, il 20 giugno 1965 con il Napoli, chiese e ottenne di non scendere in campo. Il motivo fu di puro romanticismo. La squadra partenopea, seguita da diecimila tifosi, si giocava la promozione in Serie A, mentre il suo Parma sarebbe retrocesso in Serie C.
A metterci lo zampino fu il destino: nel marzo del 1974 dopo la trasferta di Cesena, stava tornando a casa in auto quando rimase vittima di un bruttissimo incidente stradale in cui ci furono anche due morti.
“Dopo l’incidente sono rimasto fermo un anno, il Napoli mi mise da parte e sono ripartito da Matera come giocatore-allenatore, sono stato molto fortunato; era una città che non conoscevo ma mi ha accolto subito nella maniera giusta. Ho ripreso a giocare e il Matera mi ha aiutato a ricostruire il morale che era andato a pezzi dopo quel terribile incidente. Ho trovato davvero un bell’ambiente, una società eccezionale ed ottimi giocatori”.
Dopo aver appeso le scarpette al chiodo Zurlini è diventato tecnico. La sua carriera di allenatore si è svolta prevalentemente al Sud Italia, tra Serie C e Serie D, avendo allenato tra le altre, Siracusa Brindisi, Savoia, Turris, Matera, Juve Stabia e Atletico Catania.