« È la storia di una provinciale che fa fortuna. Però non basta metterla così. C’è qualcosa di diverso […] E poi quando dici provinciale è come se il vecchio, l’antico, la tradizione riuscissero a difendersi e a resistere contro il giovane, il grande, il nuovo. Quel Perugia fu l’esatto opposto: al contrario avevi la sensazione di avere a che fare con qualcosa di moderno ».
(Valerio Piccioni, “Dizionario del calcio italiano”, 2000)
Una formazione del Perugia nella stagione 1978-79, durante il ritiro precampionato a Norcia. In piedi, da sinistra: Grassi, Vannini, Della Martira, Speggiorin, Casarsa, Frosio (capitano). Accosciati, sempre da sinistra: Ceccarini, Bagni, Dal Fiume, Butti, Nappi.
Hanno scritto che allora l’Italia affrontava i cosiddetti “anni di piombo” del terrorismo, hanno fatto notare Sandro Pertini aveva assunto il mandato presidenziale e che Mina decise di ritirarsi dalle scene. Ed ancora, che per la prima volta un’astronave giapponese di nome Goldrake atterrava sulle fantasie dei bambini italiani, mentre sul fronte calcistico, il Milan conquistò la stella del decimo scudetto, Gianni Rivera lasciò il calcio e, dopo il sorprendente secondo posto dell’anno precedente del Lanerossi Vicenza, un’altra provinciale recitò la parte dello sfidante al titolo: il Perugia di Ilario Castagner.
Il direttore sportivo Silvano Ramaccioni e l’allenatore Ilario Castagner, artefici di quel Perugia dei miracoli salito alla ribalta nazionale nella seconda metà degli anni Settanta.
Era la stagione 1978-’79. La squadra umbra giocava con: Malizia, Nappi, Ceccarini; Frosio, Della Martira, Dal Fiume; Bagni, Butti, Casarsa, Vannini, Speggiorin. Tra i protagonisti di un gioco aggressivo e compatto, il giovane Salvatore Bagni, a garanzia di argento vivo sulla fascia destra, il libero dai piedi buoni, Frosio, il centravanti di manovra “alla Hidegkuti” Casarsa, tra i primi a tirare i rigori da fermo e la mezzala Vannini, uno che nel gioco aereo aveva pochi rivali.
Casarsa lavorò da centravanti arretrato per favorire gli inserimenti delle due ali Bagni (nella foto) e Speggiorin, finalizzatori delle azioni.
Proprio Castagner ricorda ancora: “Difesa a quattro, ma con Frosio libero. Averne come lui, sapeva proporsi a centrocampo per fare gioco”.
Il Perugia fu secondo dietro il Milan di Liedholm e del bomber Bigon. Ma entrò a gamba tesa nella storia: zero sconfitte in trenta gare di campionato. Nessuno mai ce l’aveva fatta. Ci sarebbero poi riusciti il Milan del 1991-‘92, e la Juventus nel 2011-’12. ma confrontate nomi e curriculum dei giocatori delle tre squadre, fate la tara e soppesate: l’impresa vera porta l’impronta del Grifone umbro.
Nello Malizia anticipa in uscita il bianconero Virdis durante Juventus-Perugia (1-2) del 22 ottobre 1978, la prima vittoria assoluta dei Grifoni in casa dei piemontesi; il successo sui campioni uscenti legittimò le ambizioni d’alta classifica della provinciale biancorossa.
Ancora Castagner: “Vannini (detto il Condor, N.d.R.) era tra gli uomini chiave. Fungeva da pilone, di testa le pigliava tutte. La Juve, su corner e calci piazzati, scomodava Bettega per contrastarlo”.
Franco Vannini, punto fermo del Perugia dei miracoli, viene consolato dal nerazzurro Beccalossi mentre è portato fuori dal campo in barella, dopo il grave infortunio patito nella sfida casalinga contro l’Inter; l’incidente lo costringerà al ritiro dal calcio giocato a poco più di trent’anni.
E che dire di Casarsa centravanti arretrato alla Hidegkuti e rigorista che calciava da fermo? “Ci permetteva lo sviluppo palla a terra. Dettava il passaggio per gli inserimenti da dietro: numerosi, programmati e di qualità”.
Walter Speggiorin, miglior marcatore stagionale della squadra con undici reti.
Insomma, un Perugia totale all’olandese. “Avevo studiato gli allenamenti dell’Ajax. La soddisfazione più bella in Germania, durante un Monaco 1860-Perugia valevole per un torneo. Cross di Nappi e gol di Ceccarini, il terzino destro che fa segnare quello sinistro. Il trionfo del collettivo”.
Altri tre particolari. Il primo: “In cinque partite a Perugia la Juve segnò un solo gol”.
Fiorentina-Perugia 1-1, la rete di Speggiorin.
Il secondo: “Perdemmo lo scudetto perché nel ritorno ci ritrovammo senza Frosio e Vannini infortunati. Con loro lo scontro diretto col Milan al Curi non sarebbe finito 1-1…”.
L’imprenditore Franco D’Attoma, numero uno del club umbro dal 1974 al 1983. Sotto il suo mandato, il Perugia raggiunse per la prima volta la serie A nel 1975, e sfiorò poi lo scudetto nel 1979.
Antonio Ceccarini realizzò allo scadere il gol del pareggio in Perugia-Inter (2-2) del 4 febbraio 1979, che permise ai biancorossi di rimanere imbattuti.
Cesare Butti indossa la terza maglia biancoblù.
https://youtu.be/smjs71Q0JW4
Il terzo: “Con me in panchina sedeva Silvano Ramaccioni, poi team manager nel Milan del ’92. Non sarà Silvano a possedere il segreto dell’invincibilità?”.
Mario Bocchio