Quel giorno l’arbitro Volker Roth decise di entrare nella storia dalla parte sbagliata, e non sarebbe stata l’ultima volta. Il dettaglio incredibile di tutta questa storia è che dopo quello che aveva combinato – dopo lo sfregio a quel capolavoro – alla fine della partita l’arbitro Volker Roth accelerò il passo e si avvicinò al suo connazionale, Karl Heinz Rummenigge. Quando dopo quell’Inter-Rangers del 24 ottobre 1984 gli fu a fianco – ricorda Furio Zara – gli chiese la maglia, sì, la numero 11 che Kalle indossava quella sera, “sai è per mio figlio, è un tuo tifoso”. Rummenigge lo guardò come si guarda una fastidiosa mosca – “Fliegen” in tedesco – che si è appena appoggiata sulla spalla e lo fulminò con uno sguardo definitivo, che non ammetteva repliche. L’arbitro Volker, assai imbarazzato, rallentò il passo, biascicò qualcosa e si avviò triste e senza regalo verso il suo spogliatoio. Fu quando si chiude la porta alle spalle e restò solo che capì di aver commesso una colossale sciocchezza.
Avrebbe dovuto giocare oggi, nel 2021, Karl-Heinz Rummenigge, si chiede Roberto Della Savia: avesse giocato nel calcio iper-mediatizzato di oggi, avesse giocato nel calcio sloganizzato tutto prime pagine e copertine grafiche e showbiz applicato all’informazione, avrebbe guadagnato altro che titoli d’apertura dopo quella sua prstazione. Si sarebbe aggiudicato altro che foto in prima pagina con il suo gol (annullato) nel secondo tempo, in cui Rummenigge andò a impattare la palla con il piede in acrobazia a oltre due metri di altezza, mettendo a segno uno dei gol più belli di sempre: questo e altro, se avesse giocato nello stesso calcio in cui si è parlato per due mesi di un colpo di testa di Cristiano Ronaldo effettuato a 2,56 metri di altezza, tra un “Ronaldo Airlines” e l’altro, tra un’intervista a un allenatore di salto in alto e a uno di salto con l’asta.
Il 24 ottobre 1984 a Milano si gioca Inter-Rangers, andata dei sedicesimi di finale di Coppa Uefa, competizione nella quale l’Inter sarebbe arrivata sino in semifinale, prima di essere eliminata dal Real Madrid poi.
I nerazzurri (come ricorda Lorenzo Della Savia) allenati da Castagner s’imporranno con un netto 3-0: ad aprire le danze ci penserà Sabato, che segna l’1-0 al diciassettesimo minuto; mentre nel secondo tempo completeranno l’opera Causio prima (al 67’) e Rummenigge poi, quest’ultimo con una rete all’87esimo a parziale risarcimento dei danni d’immagine per l’annullamento di un gol che non era un gol, era un’opera d’arte. Succede così.
Minuto 61, risultato parziale ancora 1-0. Altobelli mette un cross dalla sinistra verso il centro dell’area di rigore: Kalle, con un’acrobazia straordinaria, impatta la palla a oltre due metri d’altezza e non lascia scampo al portiere scozzese McCloy, realizzando uno dei gol più belli di sempre, il più bello dei suoi sicuramente. Ma la rete viene annullata: secondo l’arbitro Roth è gioco pericoloso.