Alessandria-Reggiana del 1975. Spareggio per rimanere in serie B giocato allo stadio “San Siro” di Milano. Alla fine vincono gli emiliani per 2-1, grazie al gol decisivo di Sileno Passalacqua .
Dopo quella rete, Passalacqua divenne un autentico idolo, tanto che ancora oggi viene ricordato con affetto e ammirazione. Gli hanno anche dedicato un murales. “Una grande soddisfazione, che mi emoziona ancora, ma alla Reggiana ho fatto anche molto altro. Sono rimasto otto stagioni, di cui sei in B e due in C. Sono molto contento di essere ancora ricordato”.Le sue qualità di ala molto dinamica le avrebbero consentito di giocare anche nel calcio più veloce di oggi. “Sì, ero veloce, ma anche un dribblomane. Per questo il pubblico di Reggio alle volte mi beccava, perché tenevo sempre la palla. Oppure qualcuno pensava facessi un po’ il boss, scegliessi io la squadra…”.Il suo carattere non è mai stato facile però.
“Avevo la lingua lunga, non le mandavo a dire. E spesso ho discusso con presidenti e allenatori. Sono fatto così”.Dopo lo spareggio la sua storia ha incrociato ancora quella dell’Alessandria. “E quelli sono ricordi brutti. Nel 1981 passai dal Perugia, in serie A, all’Alessandria. Ma giocai solo sei partite, segnai un solo gol e poi andai via. Discutevo con l’allenatore Ballacci, avevo sempre in mente la partita di San Siro. Un impatto tremendo”.
Ma torniamo a quello spareggio. «In effetti dovevo andare al Genoa. Avevo già una trattativa in corso. Mi chiesero tutti di rimanere, soprattutto i tifosi. E rimasi. L’anno dopo siamo retrocessi» . Alla volta di “San Siro” partirono 37 pullman da Reggio e 5 dalla Bassa. Più tante auto. E al ritorno una grande festa. «Mi ricordo che l’autostrada era intasata. Incontravamo i pullman e le auto dei tifosi. Poi si arrivò a Reggio, andammo a mangiare in centro, c’erano anche tanti tifosi con noi. Una bellissima notte. Ero il salvatore della mia patria, Reggio. Una grande soddisfazione, che mi emoziona ancora».
Una notte che l’ha consegnata alla storia granata. «Alla Reggiana ho fatto anche molto altro. Sono rimasto otto stagioni, di cui sei in B e due in C. Sono molto contento di essere ricordato con affetto».