Altro lutto nel mondo del calcio, anche se non prematuro. Era una storica bandiera della Sampdoria e aveva giocato con i blucerchiati tra gli anni ’50 e ’60: era il quarto blucerchiato per numero di presenze in campionato, 334 dopo Mancini, Mannini e Vierchowod.
Pertanto non si fa fatica a definirlo come una colonna portante che ha segnato un pezzo di storia della società doriana. Si è spento a 90 anni Gaudenzio Bernasconi, bergamasco di Ponte San Pietro. Era nato nel 1932 e aveva giocato anche in nazionale: sei le presenze con la maglia azzurra, fra cui le sfide contro Argentina e Brasile nella tournée sudamericana dell’estate 1956.
Era un beniamino della tifoseria sampdoriana ed era stato soprannominato “orsacchiotto”. Aveva la maglia numero 5 ed era il classico centromediano metodista, un ruolo che nel calcio moderno è diventato il “regista arretrato” della squadra, colui che viene schierato davanti alla difesa a protezione del pacchetto arretrato. Con la Sampdoria, dal 1958 formò con i laterali Mario Bergamaschi e Azeglio Vicini un’affiatata mediana, tra quelle schierate con maggiore continuità in massima serie.
Un centrocampista difensivo completo, che prima di approdare a Genova si era distinto nell’Atalanta: in nerazzurro ha giocato 54 partite in due campionati di Serie A, tra il ’52 e il ’54.
Concluse la carriera nelle Marche, dove nella seconda metà degli anni 1960 ricoprì il doppio ruolo di giocatore-allenatore dapprima nello Jesi, per tre annate in Serie C, e infine nell’Urbino, per due stagioni in Serie D, prima del definitivo ritiro dall’attività agonistica nel 1970.
L’ultima visita a Marassi di Bernasconi è datata 2016: anche in quella occasione sfoggiava la sua maglia che ormai era diventata una seconda pelle e lo faceva con lo sguardo fiero di sempre, quello che ha emozionato i tifosi della Sampdoria: “Si commuoveva ancora nel ripercorrere il passato e a ricordare le sue tantissime battaglie con la maglia dai colori più belli di tutti”, si legge sul sito della Sampdoria.