La rivoluzione danubiana prende piede nel periodo tra le due Guerre. L’innovatore in questione è Hugo Meisl, allenatore della Nazionale austriaca, che per sfruttare al meglio le caratteristiche dei propri giocatori inventa un nuovo modulo di gioco.
Una sintesi tra il “sistema” inglese e il “metodo” italiano, un gioco fatto di possesso palla e interscambio di posizioni, esaltato dalla tecnica raffinata degli interpreti.
Il Wunderteam è una squadra stellare. Prima vince la seconda edizione della Coppa Internazionale, antesignana dei Campionati europei, poi viene sconfitta dall’Italia di Pozzo nella semifinale dei Mondiali 1934, per opera di uno scellerato arbitraggio.
È l’inizio della fine, una conclusione decretata dalla morte di Meisl nel ’37 e dall’Anschluss, ovvero l’annessione dell’Austria alla Germania nazista, l’anno successivo.
Non tutti i giocatori austriaci vestiranno la casacca della Grande Germania, a partire dal ’38. Tra questi, Matthias Sindelar, il Mozart del pallone, centrocampista elegante e stella della Squadra delle meraviglie.
L’avversione di Sindelar al nazismo è nota: la sua scomparsa nel 1939, in circostanze misteriose, lascia pensare a un regolamento di conti. L’Austria non saprà più raggiungere i livelli del Wunderteam, pur esprimendo individualità eccellenti, in primis Hans Krankl.
Mario Bocchio