![](https://ilnobilecalcio.it/wp-content/uploads/2021/07/15309825946874.jpg)
In Messico, durante il Mondiale del 1986, Maradona vinse una scommessa contro di me. Dopo gli allenamenti di solito ci fermavamo in campo, seduti a terra, a scambiare due parole per ammazzare il tempo, che durante i ritiri non passa mai. Le chiacchierate non avevano nulla di straordinario tranne la presenza di Diego che, come sempre, suscitava l’interesse di tutti. Una di quelle mattine si fermò a guardare languidamente i giornalisti che ci aspettavano (aspettavano soprattutto lui) e disse un po’ svogliato:
«Guardali…»
«Sono tutti ai tuoi piedi, ti adorano» gli risposi, tanto per dire qualcosa.
«A nessuno di loro piace il calcio proseguì».
![](https://ilnobilecalcio.it/wp-content/uploads/2020/04/95d7f3337f489874a35405225a6cab49.jpg)
Per alimentare la conversazione scelsi di passare dall’altro lato del ring.
«Non è vero. Possiamo discutere di quanto ne capiscano, ma, se parliamo di piacere, il calcio piace a tutti».
«Scommettiamo che non è così?»
«E come facciamo a verificarlo?» risposi con un’altra domanda.
![](https://ilnobilecalcio.it/wp-content/uploads/2020/04/42879_124219_1-1024x537.jpg)
Immaginò un metodo che attirò la mia attenzione per l’originalità e che mi parve accettabile come prova quasi scientifica. Si trattava di far cadere un pallone in mezzo a quello sciame di giornalisti. Se ce lo avessero restituito con i piedi, avrei vinto io, se invece avessero usato le mani avrebbe vinto lui. Accettai la scommessa. Diego si alzò lentamente, prese un pallone e con la precisione incredibile che possiede e che, non so perché, mi ha sempre fatto sorridere, lo lanciò in mezzo al gruppo di reporter. Ci fu una gran confusione, come in un formicaio calpestato, un tira e molla nel quale ebbe la meglio il più deciso che, dopo aver fatto tre o quattro rapidi passi per mettere in chiaro chi aveva vinto la contesa, ci restituì il pallone con entrambe le mani, battendo una specie di fallo laterale.
![](https://ilnobilecalcio.it/wp-content/uploads/2020/04/valdano-portada.jpg)
Tentai di difendermi in qualche modo:
«Poveraccio. Magari si è vergognato di dartela con il piede perché sei Maradona».
Ma Diego aveva previsto la mia obiezione:
«Se mi trovo a una festa in casa del presidente della Repubblica, con lo smoking addosso, e mi lanciano un pallone sporco di fango, io lo stoppo di petto e lo restituisco come Dio comanda».
Dio comanda di restituirla con i piedi, suppongo. Mi spiace, signori giornalisti, ma non scommetterò più su di voi.
Jorge Valdano, Il sogno di Futbolandia, Mondadori