C’era una volta una squadra di calcio che visse per una sola stagione: la Florentia Viola. Nacque dal fallimento della Fiorentina, che, dopo il campionato di Serie A 2001-‘02 concluso al penultimo posto e con la conseguente retrocessione, fu ulteriormente declassata a causa di inadempienze finanziarie che ne fecero saltare l’iscrizione al campionato cadetto. Sparì portandosi con sè due titoli italiani, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Italiana e cinque Coppe Italia, oltre ad una finale di Coppa dei Campioni ed una di Coppa Uefa; ma anche giocatori indimenticati come Hamrin, Montuori, Antognoni, Baggio e Batistuta. Dalle macerie della Fiorentina Diego Della Valle fondò una nuova società denominandola, appunto, Florentia Viola, che ripartì dalla C2. Dopo un lungo testa a testa col Rimini, la Florentia Viola vinse il campionato e fu promossa in Serie C1, riacquistando successivamente il titolo sportivo, i trofei e la denominazione del vecchio club. Per meriti sportivi la nuova Fiorentina fu ripescata direttamente in Serie B nel 2003 e nella stagione 2004-‘05 risalì nella massima serie.
C’era anche il Poggibonsi – come annota “SportChianti” -che nel settembre 2002 si apprestava a partecipare per la decima volta alla C2, categoria più consona al profilo e alle dimensioni economiche, sociali e sportive della città. Per quella stagione, dopo la spericolata e costosa avventura del 2001-‘02 nel Girone A con una salvezza agguantata ai playout, la società varò una linea di austerity.Con Tazzioli ancora in panchina, il Poggibonsi incontrò avversarie di spessore, prima tra tutte naturalmente Florentia Viola allenata da Pietro Vierchowod, poi Rimini, Gubbio, il Grosseto di Indiani ed altre forti compagini. Avevano lasciato il Poggibonsi, tra gli altri, Bifini (destinazione Alessandria), Bonomi (Siena), Mea Vitali (Serie B spagnola), ma fu comunque allestita una buona squadra, con una rosa corta e allo stesso tempo equilibrata. Davanti al portiere Benassi, in difesa si alternarono tre centrali come Fiasconi, Fogacci e Fanani, quest’ultimo giunto dal Castelnuovo per portare esperienza e carattere; più due terzini capaci anche di spingere: Machetti e Tondo, preso dal Catanzaro. A centrocampo ruotarono Scarpato, Gemmi, Nardini e Meacci; in attacco Pacini, Brunetti, Nobile (trascorsi in B nel Lecce) e Baiocchi. In corso d’opera arrivarono la punta Federici (scuola Lazio, dal Castel di Sangro) e la mezzala Charles Ferretti (già in B nel Livorno; prelevato dal Teramo e figlio di Fabrizio, il cannoniere giallorosso del 1982-‘83). Altri protagonisti furono i giovani Dosi (mezzala, ex Biellese) ed il terzino Francini, ventenne senese, arrivato dal San Gimignano. Ma veniamo alla sfida di Firenze, inserita anche nella schedina del Totocalcio; una gara che rimane nei nostri ricordi come una “perla”, insieme ad alcune emozionanti vittorie come quelle sul Savona (4-2) e sul Castel Di Sangro (3-0).
La cronaca è tratta da un articolo di Evelina Pecciarini sul Cittadino Oggi, quotidiano cartaceo dal quale ha preso poi origine il Cittadino On Line di Siena.
“Sarebbe stata comunque una giornata memorabile. Giocare a Firenze davanti a trentamila persone è un evento assolutamente eccezionale per il Poggibonsi Valdelsa. Portare via dall’Artemio Franchi un meritato punto, poi, è un’immensa soddisfazione. Una grande gioia che i Leoni giallorossi hanno regalato ai propri tifosi, giunti in cinquecento con bandiere e palloncini per colorare l’unico spicchio di stadio che non fosse viola, per cantare e incitare i loro beniamini. E la squadra ha ricompensato il grande entusiasmo, conquistando un importantissimo pareggio, che consente di restare in sesta posizione e che fa tanto morale in vista del prossimo impegnativo trittico: Castelnuovo Garfagnana in casa e poi Sangiovannese e Gubbio in trasferta. Alla rete di Longo al 35′ ha risposto al 34′ della ripresa Luca Fiasconi con una precisa incornata su corner di Pacini. Per il capitano è la prima rete nei professionisti: dopo i cinque goal nel campionato della promozione, l’anno scorso era rimasto all’asciutto. Fabrizio Tazzioli, elegante nel completo grigio al posto della solita tuta, si è affidato all’ormai collaudato 4-3-3, con Tondo nel ruolo di mattatore sulla fascia sinistra. Volendo parlare di singoli, una nota di merito va a Benassi, autore di alcuni importanti interventi, a Fiasconi non solo per il goal, a Gemmi, un vero trascinatore, a Nardini, sempre vivace. Ma in genere tutta la squadra si è espressa su buoni livelli, senza timori riverenziali e senza chiudersi troppo nella propria area”.