Così vicine e allo stesso tempo così lontane. Come è noto ai più, la rivalità tra Siena e Firenze è prima nella storia che nel calcio e affonda le sue radici profonde nel basso Medioevo.
Firenze guelfa, schierata con il Papa, Siena ghibellina, dalla parte dell’Imperatore: la famosa battaglia di Montaperti del 1260 segnò la disfatta fiorentina ricordata da Dante nel X canto dell’Inferno: “Lo strazio e ‘l grande scempio che fece l’Arbia colorata in rosso, tal orazion fa far nel nostro tempio”.
Febbraio 2005: al settimo tentativo De Canio vinse. Dopo 6 pareggi su 6 gare, il Siena conquistò il primo successo dall’esonero di Simoni e lo fece proprio nella giornata più importante, nel giorno del derby con la Fiorentina, battuta per 1-0 nonostante la superiorità numerica maturata al 35′ del primo tempo per l’espulsione di Pasquale.
L’attaccante norvegese Tore André Flo – che si era messo in luce a livello internazionale nel Chelsea di Gullit, partendo alle spalle di gente come Zola e Hughes, e che era approdato all’ombra della Torre del Mangia dopo i Rangers Glasgow e il Sunderland – trafisse infatti Cristiano Lupatelli con un colpo di testa, su cross di Alberto.
Da allora quel gol lo ha reso immortale nella città del Palio. Proprio come quella rete e quel rigore procurato contro il Brasile ai Mondiali francesi del 1998, che permisero alla Norvegia di approdare agli ottavi di finale.
Tore André Flo divenne Flonaldo, in onore del Fenomeno.
Mario Bocchio