L’età dell’oro in Ungheria inizia nell’immediato dopoguerra, con la liberazione di Budapest e l’istituzione della Repubblica Popolare. La nazionale viene affidata a Gusztav Sebes, allenatore offensivista e precursore del calcio totale, profeta del “calcio socialista” di condivisione dei compiti.
La squadra si fonda sul blocco della Honved e dell’MTK Budapest, ma soprattutto mette insieme campioni del calibro di Bozsik, Kocsis e sua maestà Ferenc Puskas, con un modulo MM che sfrutta il movimento del centravanti arretrato Hidegkuti.
Dopo la vittoria delle Olimpiadi del ’52, la squadra si rivela al mondo con la doppia, sonante vittoria sugli inglesi tra il ’53 e il ’54. L’Aranycsapat diventa la logica favorita per il Mondiale svizzero, specialmente dopo le vittorie con i maestri sudamericani di Brasile e Uruguay.
La finalissima contro la Germania Ovest sembra una formalità, specialmente dopo il 2-0 iniziale dei magiari, ma il vigore atletico dei tedeschi è sorprendente.
Miracolo di Berna diranno i più, doping tedesco si è sempre sospettato: 3-2 Germania, termine di un sogno.
Mario Bocchio