Un mix di colori, culture e modi di intendere il calcio
Set 14, 2023

Durante l’estate del 1983 i riflettori della Sicilia calcistica sono puntati sul Catania neopromosso in massima serie, che per tentare – alla prova dei fatti vanamente – di preservare la categoria, si sarebbe affidato al paulista Pedrinho e al mineiro Luvanor, in nome della Brasil-mania imperante di quegli anni.

Sempre entro i confini della Sicilia, tuttavia, c’era chi nel proprio piccolo stava per fare la storia, vestendo i panni del precursore rispetto a chi, tanti anni dopo, avrebbe composto le proprie squadre attingendo perlopiù da federazioni straniere: si tratta del Terranova, squadra della cittadina di Gela che disputava il girone M del campionato di Interregionale.

Il sodalizio gelese si era presentato ai nastri di partenza della stagione con una squadra piuttosto modesta, così il presidente Angelo Russello pensò di rinforzarla attingendo a piene mani dall’estero. La rosa, che come vedremo più avanti contava già dalla stagione precedente alcuni stranieri, avrebbe accolto di lì a poco un’ulteriore infornata di sudamericani, inglesi e africani.

Il melting pot non diede però i risultati sperati. Se il Catania di Pedrinho e Luvanor abbandonò la massima serie con appena una vittoria in 30 gare e il minimo storico di 12 punti fatti, alla squadra di Gela non andò molto meglio: appena 16 punti, ultima piazza nel proprio raggruppamento e retrocessione inevitabile.

Il Terranova Gela nel 1976, considerate una delle formazioni più forti del calcio gelese.

 

Lo stadio Vincenzo Presti tra gli anni Cinquanta e Sessanta. All’epoca la struttura portava il nome della via in cui risiedeva, il Giardinelli.

 

Nonostante l’insuccesso sportivo, quella squadra è rimasta comunque nel cuore di molti appassionati che a tutt’oggi popolano i forum dedicati alla storia del calcio gelese. In particolare il sito web gelanelmondo.it regala, tramite i propri utenti, diverse testimonianze interessanti che altrimenti non vi sarebbe possibilità di reperire in altro modo. Inoltre il giornalista locale Lorenzo Raniolo ha dedicato un libro alla storia del calcio a Gela e non ha naturalmente mancato di citare quell’annata unica nel proprio genere.

Venti nomi. Venti identità intrecciatesi per un solo anno nel cuore della provincia siciliana, salvo poi riprendere ciascuno il proprio percorso. Un mix di colori, culture e modi di intendere il calcio che magari non avrà lasciato il segno dal punto di vista sportivo ma che ha avuto sicuramente il merito di introdurre la globalizzazione quando questa ancora non esisteva, muovendosi in anticipo su tutte quelle squadre che in futuro avrebbero fatto dell’esterofilia il proprio punto di forza.

Jean Pierre Yangara, 1958, Nigeria, attaccante. Forse colui che, nel gruppone straniero, ha il maggior numero di contraddizioni quando si cerca di ricostruirne la carriera. Partiamo dal cognome: la dicitura corretta sembrerebbe appunto essere Yangara, ma in certi casi è risultato anche chiamarsi “Yankara” o “Jankara”. Nessuna traccia del nome di battesimo se non grazie all’utente cassarino del forum di gelanelmondo.it, che precisa come egli si chiamasse Jean Pierre e amasse intrattenersi a giocare con i bagnanti del vicino Lido Macchitella durante la stagione estiva. Le mie fonti dirette lo danno di nazionalità nigeriana, sebbene alcuni stampati lo riconoscano come zairese; addirittura, rsssf.com lo fa curiosamente risultare come uruguaiano, pur riconoscendo l’esistenza di uno Yangara africano che militava nella Pro Sciacca durante la stagione 1984-’85. La carenza di dati ha evidentemente indotto in errore anche l’attendibilissimo sito di storia e statistica legate al calcio. Risulta, inoltre, anche che egli abbia fatto un’ulteriore stagione in Sicilia con la maglia del Vittoria. L’ultima flebile informazione ricavata è data dalla presenza di un attaccante di nome Yangara nel Sedan Ardennes 1987-’88, terza serie francese, senza però alcuna garanzia che si tratti della stessa persona.

Silvio Da Purificação, Brasile, centrocampista. Altro mosaico decisamente complesso. Anzitutto, impossibile risalire all’anno di nascita. Si sa per certo che è uno dei confermati dalla stagione precedente, ma mentre rsssf.com lo definisce attaccante, sia Raniolo che gli utenti di gelanelmondo.it lo definiscono complessivamente come un centrocampista colored di classe e personalità nonché come uno specialista sui calci di punizione. Come per Yangara, l’utente cassarino è la sola fonte che consenta di risalire al nome di battesimo. Vana anche la ricerca dei suoi trascorsi come giocatore, anche se la Rete ha permesso di reperire un profilo facebook parzialmente corrispondente alla descrizione (il suo titolare è appunto un uomo di colore di mezza età ) ma apparentemente abbandonato da parecchio tempo. Ultimamente sembrerebbe versare in condizioni di indigenza.

Loyola, Cile, attaccante. Di lui non si sa praticamente nulla, ma vale la pena di segnalare che l’ennesima faticosa googlata ha permesso di risalire a un certo David Loyola che ha militato nella squadra cilena del Cobresal durante l’annata 1987-’88. Neanche a dirlo, nessuna traccia di una scheda o di articoli dedicati a questo giocatore.

Robson, Inghilterra, attaccante. Raniolo lo ricorda come “il fratello del nazionale inglese”, parlando evidentemente di Bryan che in quegli anni era una delle stelle della rappresentativa d’Albione. Senza troppa fatica si è riusciti a risalire al fatto che questi avesse due fratelli calciatori, Gary e Justin. Scartando il primo, che nel 198-’84 giocava nel West Bromwich Albion, resta il secondo che ha militato a livello semiprofessionistico in Inghilterra, nel Gateshead. Il mio informatore conferma che si tratti per l’appunto del fratello di Bryan Robson, anche se sfortunatamente anche in questo caso la rete non è d’aiuto.

Ricardo Roberto Cacchione, 1958, Argentina, attaccante. Determinante anche in questo caso è stata la collaborazione di Raniolo, che come per Sanchez ha prontamente segnalato un documento on-line che riesce a ripercorrere la carriera del calciatore. Non si hanno notizie sugli esordi, ma si sa che nel 198-’82 Cacchione giocava nel Deportivo Moròn e l’anno successivo vestì la maglia dell’All Boys. Dopo la parentesi al Terranova, la punta argentina si tolse lo sfizio di esordire nella Primera Divisiòn del proprio Paese, vestendo per tre volte la maglia dell’Huracàn. Lo ritroviamo nel 198-’87 nel modesto Audaz Octubrino (campionato dell’Ecuador) per poi tentare la fortuna, nell’annata successiva, con i colombiani del Cristal Caldas. Dopo alcuni scampoli di gloria in seguito al ritorno in patria nel Douglas Haig (11 gol nel 1988-’89), Cacchione riprova l’avventura oltreoceano firmando per l’Hapoel Beer Sheva in Israele. La Guerra del Golfo del 1991 lo fece tuttavia battere in ritirata ed è così che nel 199-’92 lo troviamo a difendere i colori del piccolo Talleres de Remedios de Escalada.

Rubén Omàr Sanchez, 1945, Argentina, portiere. Rsssf.com lo chiama erroneamente “Pablo” e fa risalire la sua data di nascita al 1946. Tony2015, uno degli utenti di gelanelmondo.it, afferma invece che fosse uruguaiano nonché riserva del titolare Passafiume. A gettare definitivamente luce sulla reale identità dell’estremo difensore in questione è stata la segnalazione di Lorenzo Raniolo che ha permesso di ricostruire la carriera completa del giocatore, il quale vanta un curriculum di tutto rispetto. Cresciuto nel Velez Sarsfield, tra il 1969 e il 1970 vinse tre titoli (due campionati e una coppa nazionale) con la maglia del Boca Juniors con cui si ritagliò un buono spazio sino all’arrivo del leggendario Hugo Gatti. Continuò poi la sua carriera in Messico, all’Atlante, quindi con Racing de Trelew, Gimnasia La Plata e Chaco For Ever. Quella siciliana fu l’ultima tappa di una carriera che lo vide addirittura vestire la maglia della selecciòn argentina per 13 volte dal 1968 al 1974. Dopo il ritiro avrebbe fatto l’allenatore dei portieri prestando servizio presso l’amato Boca Juniors dal 1989 al 1996.

Gavin Liddle, 1963, Inghilterra, difensore. Rsssf.com ne svela il nome di battesimo, una ricerca sulla wikipedia inglese trova un profilo corrispondente alle informazioni in possesso, anche se in esso non mancano alcuni “buchi” per quanto riguarda la carriera; tutto lascia comunque pensare che si tratti della stessa persona. Arrivava dal Darlington, quarta serie britannica, e dopo le tredici presenze senza reti in terra nissena avrebbe proseguito la carriera in patria in varie formazioni semiprofessionistiche e dilettantistiche, sino al ritiro giunto nel 2000. Successivamente avrebbe tentato la carriera di allenatore, pare senza troppa fortuna.

Geoffrey Langley, 1962, Inghilterra, difensore. Si tratta, se vogliamo, di un innesto di prestigio: appena due stagioni prima ha raccolto otto presenze, di cui cinque da titolare, con la maglia del Bolton Wanderers, che in quel 1981-’82 conservò per il rotto della cuffia la permanenza nella seconda serie inglese. Anche per lui tredici partite e zero gol in terra siciliana, ma non è stato possibile trovare notizie successive alla sua avventura italiana.

Pablo Enrique Centrone, 1957, Argentina, centrocampista. Uno dei confermati della stagione 1982-’83, nonché uno dei pochi – quasi – facilmente reperibili su Google, al punto da disporre addirittura di un proprio sito web (www.pablocentrone.com) e di una pagina Facebook personale che ne riassume efficacemente la carriera. Centrone iniziò la carriera giovanissimo nel Club Deportivo Italiano, per poi girovagare parecchio: nel 1975 passò al Quilmes, nel 1976 giocò invece con il Chacarita Juniors, nel 1978 finì all’Estudiantes di Buonos Aires, mentre nel 1980 ebbe addirittura un’esperienza nella NASL statunitense con i Rochester Lancers. Nel 1981 fu il turno del Mandiyu, quindi la parentesi al Terranova durata dal 1982 al 1986 e il ritorno in patria con le maglie di Guaranì Antonio Franco (1987) e Defensores de Belgrano (1988). A partire dal 1989 intraprese la carriera di allenatore, che gli diede parecchie soddisfazioni: dopo gli inizi in Argentina e una breve esperienza in Portogallo ha infatti girato in lungo e in largo il Centro e il Sud America vincendo il titolo nazionale in Messico con il Veracruz e in Guatemala con il Petapa San Miguel; tra le altre nazioni da lui conosciute nelle vesti di tecnico figurano Colombia, El Salvador e Brasile. Un sentito ringraziamento da parte mia per la sua preziosa collaborazione.

Daniel Eduardo Mammana, 1957, Argentina, difensore. Alcune fonti lo riportano erroneamente come “Mannana”. Di grande aiuto la nota dell’utente Paper70 del forum di gelanelmondo.it che ricorda che fosse alto circa due metri e usasse pratiche non propriamente ortodosse nei confronti degli attaccanti durante i calci d’angolo: pare infatti fosse solito palparli in modo che venissero distratti al momento della battuta. La precisazione sull’altezza si è rivelata determinante: è stato infatti possibile, grazie a questo, scoprire un Mammana altro 196 cm che è cresciuto nel vivaio del River Plate e ha poi speso gran parte della carriera negli Stati Uniti militando in ben sei quadre: San Antonio Thunder, Utah Golden Spikers, Sacramento Spirits, Columbus Magic, Cleveland Cobras e infine Detroit Express.

Juan Carlos Acosta Del Priore, 1957, Uruguay, attaccante. Un sentito ringraziamento alla Wikipedia tedesca che si è rivelata l’unica fonte in grado di ricostruire la carriera di questo giocatore. Dopo gli inizi con il River Plate di Montevideo (con cui si guadagnò una presenza nella nazionale albiceleste Under 20 nel 1975), Acosta si trasferisce alla corte dei Cosmos New York, per poi tentare l’avventura europea in Spagna con Burgos (20 presenze e due reti) e Recreativo Huelva (tre gare senza gol). Quindi, l’avventura al Terranova a cui fa seguito la lunga fase della sua carriera vissuta nella seconda divisione francese: due anni al CO Le Puy (con il rispettabilissimo score di 22 segnature in 41 gettoni), quindi all’Angers nel 1986/87 (30 partite, 5 reti), al Red Star 93 l’anno dopo (14 presenze, 5 gol) per chiudere nelle categorie inferiori con Ambert e Thiers.

Per Juan Vasquez (Cile, difensore), Robledo (Argentina, difensore), Mesa (1962, Uruguay, difensore), Cisabu M’Futila (1959, ex Zaire, difensore), Micarelli (Argentina, centrocampista), Reyna (Cile, centrocampista), Rojas (Cile, centrocampista), Galvez (Uruguay, centrocampista), Calistro (1958, Uruguay, attaccante), Cacchione (1961, Argentina, attaccante; a quest’ultimo rsssf.com attribuisce una parentesi nel Marsala 1984-’85 tuttavia non confermata) non è stato possibile ricostruire la carriera pre e post-Terranova data la totale assenza di dati a riguardo.

 

Nicola Adamu

 

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