Il tedesco che fece grande il Bologna
Lug 24, 2022

“Così si gioca solo in Paradiso!”. La battuta è di mister Fulvio Bernardini e risale al 1962-‘63, quinta giornata di campionato, quando il Bologna batte  in casa 7 a 1 il Modena. Segnano due triplette Ezio Pascutti e Harald Nielsen, Bulgarelli chiude il conto e Helmut Haller appena acquistato dal Augsburg (Germania), ispira almeno quattro delle sei reti.

Il centrocampista rossoblù Helmut Haller (a sinistra) e il difensore nerazzurro Tarcisio Burgnich (a destra) nel corso dello spareggio-scudetto Bologna-Inter (2-0) della Serie A 1963-‘64, disputato in campo neutro allo stadio “Olimpico” di Roma al termine del campionato

Mai stato un bomber, ma un buon marcatore sì. Helmut Haller scomparso nel 2012 all’età di 73 anni dopo la lunga sofferenza di un Parkinson che l’aveva distrutto nel fisico e nella mente. Non un gigante Haller, ma ottimo dribbling, piedi buoni e una spiccata voglia di calciare, e realizzare, i rigori.

A Bologna nella stagione ’62-’63 marcò subito visita con 9 reti (la prima con l’Atalanta a Bergamo alla sesta di campionato vinta 3 a 1, anche se ufficialmente il primo goal in rossoblu è in Mitropa Cup pochi giorni prima con il Vasas), poi l’apoteosi del settimo scudetto, quello della stagione ’63-’64. Sette goal, uno più prezioso dell’altro: tre sono rigori per altrettanti 1 a 0, tra cui il match dell’ultima giornata di campionato col Genoa. Poi quando si presenta con il suo solito 10 sulle spalle all’Olimpico di Roma per lo spareggio contro l’Inter eccolo procurarsi la punizione, subendo fallo di Picchi al limite dell’area, che poi Fogli realizzerà al 30esimo del secondo tempo per l’uno a zero. Infine è ancora lui, pochi minuti dopo, a recuperare un pallone a centrocampo con estrema sveltezza e a ribaltare subito il gioco per i tre passaggi Perani, Fogli, Nielsen che tagliano il campo e battono per la seconda volta Sarti.

Haller rimarrà a Bologna altri quattro anni, poi dal 1968 finirà alla corte di madama Juventus a vincere altri due scudetti e di nuovo il ritorno a casa nell’Augusta e il ritiro nel 1978 dopo 20 anni di onorata carriera.

Con la Nazionale tedesca ha giocato tre mondiali (1962, 1966, 1970), totalizzando 33 presenze e 13 reti. Oltre a rimanere protagonista di un dettaglio bizzarro nella finale persa, con l’Inghilterra, del 1966: dopo aver segnato il primo goal dei tedeschi e dopo aver subito la rimonta degli inglesi, poi vincitori di match e coppa del mondo, rubò il pallone usato durante la partita.

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