Ci regalarono il mito e la bellezza
Lug 5, 2022

Gli Azzurri quest’anno non saranno al Mondiale e tutti noi abbiamo soltanto voglia di recuperare quel tempo felice, quell’estate, tra sogno e realtà, del 1982. Quando un Don Chisciotte in panchina e un gruppo di giocatori così uniti e così nobili ci regalarono il mito e la bellezza.

Il 5 luglio 1982, Mundial di Spagna, allo stadio Sarrià di Barcellona, sotto un sole di fuoco, la nazionale azzurra, battendo 3-2 il favorito Brasile, scrisse la più bella pagina della nostra storia calcistica, e non solo: quel successo rappresentò una emozione collettiva, una rappresentazione epica, un romanzo popolare. Una nazione, ferita dal terrorismo e da profonde lacerazioni sociali, si ritrovò di nuovo a fare festa, riempiendo strade e piazze di felicità, di canti, di balli. E dopo la Seleção, ecco arrivare la vittoria sulla Polonia in semifinale e, l’11 luglio, a Madrid, il trionfo in finale contro la Germania Ovest, per la gioia del nostro presidente Sandro Pertini, in tribuna d’onore al fianco del re Juan Carlos. Siamo i migliori al mondo e saremo per sempre orgogliosi di quei ragazzi capaci di ribaltare la sorte. Di uscire dal labirinto dei veleni e dei rancori per vestirsi di luce e stupore.


Ma fu quella sfida di Barcellona a dare la svolta al nostro mondiale, dopo i pareggi incolori della prima fase, contro Polonia, Perù e Camerun, qualificazione raggiunta come secondi per la miglior differenza reti rispetto agli africani, e il parziale riscatto, al Sarrià, contro l’Argentina di Maradona: 2-1. Ma bisognava, per andare avanti, superare i verdeoro, reduce dai fasti di Siviglia e dal 3-1 sulla Selección. E l’Italia doveva per forza vincere, per via del gol in meno realizzato agli argentini, in quel girone di ferro.

Darwin Pastorin

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