Il più grosso esodo della storia del tifo materano è quello che vide giungere ai piedi delle antiche mura lucchesi cinquemila supporters biancazzurri per un appuntamento a cui proprio nessuno sportivo potrebbe mai mancare: la promozione in serie B.
La formazione scesa in campo a Lucca. In piedi: Raffaele, Bitetto, Angelino, Morello, Picat Re, Aprile. Accosciati: Generoso, Pavese, De Canio, Casiraghi, Sassanelli. Fonte: “Il nuovo corso”
Dopo l’ammissione alla neonata C1 tutti si aspettavano un buon campionato da Gambini e compagni ma la piega che prende la stagione è migliore delle aspettative del tifoso più ottimista.
Il saluto dei due capitani Generoso e Morgia a inizio partita davanti all’arbitro Pairetto di Torino. Fonte: “Il nuovo corso”.
La squadra di Dibenedetto macina punti e vittorie insediandosi nei piani alti della classifica con risultati lusinghieri anche contro avversari a inizio anno accreditati come favoriti per la vittoria finale. Dopo il successo di Latina tutti cominciano a “crederci davvero” e a sperare nel miracolo sportivo. Del resto non poteva non essere così vista la solidità difensiva del rodato pacchetto arretrato, dall’esplosione a centrocampo di Morello e Aprile e visto anche il provvidenziale acquisto del cecchino Raffaele.
La gradinata del “Porta Elisa” gremita di tifosi biancazzurri.
Il finale di campionato è un’altalena di emozioni: sconfitte a Reggio Calabria e Catania (stop quest’ultimo che causa il sorpasso degli etnei) e vittorie casalinghe con Salernitana e Paganese che valgono il primato a braccetto col Pisa, con il Catania solo un punto dietro. Per il verdetto finale bisogna sperare in un buon esito della gara del «Porta Elisa» di Lucca.
La “rosa” del Matera 1978-’79. In piedi: Dibenedetto (allenatore), Picat Re, Aprile, Imborgia, Morello, Battistoni, Beretta, Vitulli (magazziniere). Seduti: magazziniere, Nicoletti (massaggiatore), Sassanelli, Generoso, Carella, Antezza III, Montefinese, Lategana, Giannattasio, Albanese (allenatore in 2ª). A terra: Gambini, De Canio, Bitetto, Casiraghi, Pavese, Quinto, Angelino, Raffaele.
L’avversario di turno è una Lucchese già matematicamente retrocessa che non ha nulla da chiedere al campionato, il Matera si ritrova perciò a giocare praticamente in casa con lo stadio della cittadina toscana riempito di bandiere biancazzurre.
Sul terreno di gioco Dibenedetto deve forzatamente mischiare le carte in tavola dovendo fare i conti con le assenze pesanti di Diego Giannattasio e Imborgia, chiamando in causa Angelino (già promosso titolare da alcune domeniche dopo l’infortunio di Giannattasio) e schierando Pavese al posto di capitan Gambini. Il giovane De Canio viene invece schierato nella posizione di terzino sinistro al posto di Beretta. Un terzetto di giovani materani, a cui vanno aggiunti i due fratelli Antezza in panchina, pronto a dare il proprio contributo decisivo alla conquista della serie cadetta.
L’esodo e la grande festa dei cinquemila tifosi biancazzurri giunti a Lucca a bordo di cinquanta autobus e centinaia di mezzi propri.
La gara comincia e la tensione del Matera offre una opportunità interessante ai padroni di casa: dopo tre minuti di gioco Bertolucci e D’Urso imbastiscono un’azione pericolosa con conclusione di quest’ultimo appena a lato. La Lucchese fa subito capire che non è intenzionata al ruolo di vittima sacrificale, nonostante la grande differenza di classifica e di motivazioni tra le due formazioni in campo. Il Matera comunque non si scompone, consapevole della sua forza, e risponde immediatamente con un tentativo di Raffaele ben assistito da Pavese e Bitetto.
Esplode la gioia materana.
Il gol è nell’aria e al diciannovesimo un’azione corale che vede coinvolti il solito Bitetto e Aprile si conclude con palla a Pavese che dal limite si aggiusta il pallone e trafigge l’incolpevole Bertolini. Il gol esalta i biancazzurri a cui bastano solo quattro minuti per servire il bis: bellissima triangolazione di Sassanelli e Raffaele con tiro di quest’ultimo da distanza ravvicinata che va a bersaglio. Due a zero. Alla mezz’ora la Lucchese ha uno scatto d’orgoglio ma Casiraghi si oppone a un tentativo dalla lunga distanza di Longhi, troppo poco per scalfire la granitica difesa lucana.
Al minuto trentotto il Matera cala il tris, stavolta da calcio piazzato. Il bomber Raffaele si incarica della battuta e trafigge ancora una volta Bertolini con una sassata che finisce sotto la traversa. Prima dell’intervallo c’è tempo solo per un’altra grande parata di Casiraghi su una conclusione di Ghetti ma la sensazione è che il risultato sia ormai in cassaforte per il Matera.
La seconda frazione vede la squadra di Dibenedetto amministrare nel migliore dei modi il vantaggio col risultato che si arrotonda ulteriormente al minuto cinquantasette: Sassanelli vince un rimpallo e dopo aver superato due avversari serve un pallone a Picat Re che non può sbagliare. Risultato fissato sul quattro a zero e gara virtualmente finita.
Un undici materano, sempre nella stagione 1978-’79. In piedi: Picat Re, Sassanelli, Pavese, Imborgia, Morello, Beretta. Accosciati: Gambini, Casiraghi, Generoso, Raffaele, Giannattasio.
Il Matera approda trionfalmente in serie B chiudendo il proprio girone in testa con l’altra promossa Pisa e due punti avanti al Catania. Caroselli a Lucca e al rientro a Matera per una festa che durerà fino al mattino seguente con la telecronaca di Nicola Addabbo, telecronista della replica del match mandata in onda da TeleMateraColor, praticamente conosciuta a memoria da tutti i tifosi, anche quelli nati dopo il 1979, così come l’inno scritto da Peppino Ruscigno (clicca qui per ascoltare l’inno “Forza Matera”).
Il capolavoro di mister Dibenedetto e del presidente Salerno è compiuto. “Abbiamo vinto una Ferrari alla lotteria, dobbiamo trovare i soldi per il bollo e l’assicurazione” dirà il Senatore a sottolineare quanto poco aspettato fosse, anche dai più inguaribili ottimisti, il salto in serie B di una formazione costruita con pochi soldi ma con un grande lavoro di ricerca di talenti sottovalutati altrove e cura delle giovanili.
Vista la grande prestazione offerta, il Matera manterrà la stessa intelaiatura anche nel campionato cadetto, con l’aggiunta di alcuni elementi di rinforzo, conseguendo tra l’altro risultati lusinghieri nel girone d’andata prima della caduta provocata in misura non secondaria da sfortuna ed errori arbitrali, ma questa, come si suol dire, è un’altra storia.
Francesco Salerno
Foto archivio Sandro Veglia.