Lo Spezia ha vinto il cosiddetto “scudetto fantasma” del 1944. Il calcio ha dimostrato di non volersi arrendere anche davanti a un episodio drammatico come la guerra, ma in un clima in cui c’era la Repubblica di Salò da una parte e l’avanzata degli Alleati dall’altra, la Federazione Italiana Giuoco Calcio, che si era trasferita a Venezia, riesce, nel 1944 a dare vita a un campionato calcistico regolare, ma solo per le squadre che giocavano sopra la linea gotica, favorendo il trasferimento temporaneo dei calciatori che giocavano nelle squadre che ne stavano al di sotto in quelle regolarmente in campo.
Tra le squadre iscritte al campionato c’è anche lo Spezia, che in quell’anno è arrivato sesto in serie B, ma la squadra degli “aquilotti” è in condizioni critiche, per via dei bombardamenti. Il presidente Perioli fu imprigionato dai tedeschi e deportato, il campo era inagibile, si doveva usare quello di Rapallo. Ma il suo dirigente Semorile, l’ultimo rimasto, si fa venire un’idea: fa un accordo col comandante dei pompieri civici Gandino e fa arruolare tutti i calciatori rimasti nel corpo dei Vigili del Fuoco, in modo tale da non rischiare di essere chiamati alle armi.
Dunque nel 42esimo Corpo dei Vigili del Fuoco erano tutti calciatori: era la squadra titolare dello Spezia Calcio, che, in quelle condizioni, cambia nome e diventa 42° VVF Spezia.
La squadra inizia così l’avventura con l’allenatore Ottavio Barbieri, spostandosi invece che con il pullman con l’autobotte modificata e scoperta, ma soprattutto, vincendo. Battono Carpi, Modena, Bologna, Fidenza, Parma e arrivano in finale in un campionato che era strutturato a gironi.
Una finale a tre con Venezia e Torino, i campioni d’Italia. Pareggiano col Venezia, e, dovendo affrontare il Torino, il risultato sembrava scontato: il Torino del 1944 era molto forte. Il Torino prende un po’ sotto gamba la finale, così sotto gamba che va a Trieste per giocare un’amichevole 2 giorni prima, arrivando stanco a Milano, giusto in tempo per la partita.
Nonostante si trovassero di fronte a una squadra molto forte, gli “aquilotti” il 16 Luglio 1944, all’Arena di Milano, entrano in campo più agguerriti che mai, segnano subito, e il Torino pareggia, ma Angelini, l’autore dell’1-0, fa anche il 2-1: il tempo scade e lo Spezia vince, vince tra l’incredulità generale.
Il 42° VVF Spezia diventa Campione d’Italia 1944, ma quello scudetto non sarà mai riconosciuto, perché la Federazione cambierà le carte in tavola e deciderà che quel campionato non avrà lo stesso valore degli altri, valendo solo una piccola coppa autarchica.
Alessio Boi