Per 5 volte con una maglia sola
Gen 19, 2022

Ottobre 1965, San Siro, verso la fine della Grande Inter, verso l’inizio del Grande Milan. C’erano il Chelsea, Filippo di Edimburgo in tribuna e il trofeo dell’amicizia italo britannica in palio. Il Milaninter United ha Liedholm ed Herrera Herrera in panchina e le maglie dei crociati addosso, le stesse del centenario interista, ma con i pantaloncini rossi. Schnellinger e Trapattoni con Guarneri, Picchi, Suarez e Corso in campo, Rivera e Mazzola no, mai insieme nemmeno in amichevole, sono in nazionale a preparare la Corea.

Il Milaninter del 1949 in maglia fasciata

C’è però Angelillo, il Ronaldo dell’Inter anni Cinquanta, è appena passato al Milan via Roma, viene accolto dagli interisti tra lacrime e applausi e pure lui si commuove un po’: «Sono contento che mi vogliano ancora bene». Forse perchè non era Ronaldo. O forse perchè i tifosi non erano gli stessi.
Segna il primo gol, di testa su cross di Corso, il secondo lo fa Peirò, ma il migliore è Mandrake: «Un lussuoso repertorio dei suoi mezzi magistrali, di soluzioni personalissime. Forse cerca un posto nella nazionale inglese…» scrive la Gazzetta. Due a uno per noi, con Herrera che sogna: «Buen equipo,Milan e Inter, insieme stanno bene, proprio bene».

Il Milaninter del 1965 in maglia crociata


Si rifa ma quattro anni dopo, giugno 1969, a Lione per celebrare il gemellaggio tra le due città, ma c’è solo il Milan campione d’Europa più qualche riserva dell’Inter, Cella, Gori e Salvemini, perchè quella sera Mazzola e i suoi hanno il Trofeo città di Milano con la Juve. Più Nevio Scala che si è sposato da due giorni.
Rivera c’è e si vede: «È l’ispiratore geniale di tutte le azioni, supera due, tre, quattro uomini in dribbling, strappa applausi scroscianti». Manda in gol tutti, Salvemini compreso, sette a uno per il Milaninter United che gioca in
maglia bianca a strisce rossonerazzurre, piove, fa freddo, i francesi menano e basta, Meazza si sente male e lascia Rocco solo in panchina. Non si vedranno più, meglio single che male accompagnati.

La formazione mista Milan-Inter che affronta la Polonia
(per gentile concessione di Sergio Taccone)

Poi arriva il 1980, il terremoto devasta l’Irpinia, i gemelli diversi si guardano negli occhi, facciamo qualcosa, facciamolo per loro. Così eccoli di nuovo insieme Giacomini e Bersellini in panchina, i due Baresi insieme, Oriali e il Collovati rossonero, Buriani che corre per Beccalossi. Di fronte però c’è un Bayern che fa paura, Rummenigge, Breitner, Hoeness, Augenthaler, che vince senza troppo sudare due a uno, gol di Antonelli su assist di Prohaska ma l’aria è già diversa, è l’aria che tira aoggi.


I tifosi passano la sera ad insultarsi per beneficenza, l’altoparlante dice tutto: «Si invitano gli spettatori di tutti i settori a manifestare il loro caldo incitamento alla rappresentativa milanese riservando lazzi e polemiche per altre occasioni».

Beccalossi contro Boniek (foto Magliarossonera.it)

Le ultime due volte insieme valgono la causa di separazione. Intesa zero, zero voglia. È l’anno del Mundial di Spagna il Milaninter United fa da sparring partner al Perù di Uribe e alla Polonia di Boniek, che sono nel girone dell’Italia.

Jordan in azione (da “L’Unità”)


Beccano due a zero dalla prima e due a uno dalla seconda, non ci sono Oriali, Bergomi, Marini, Collovati, Baresi, ma Tassotti e Bagni, Beccalossi e Novellino e un certo Bugre raccomandato da Jair che piglia un palo da 40 metri e poi non si vedrà mai più. Segna Serena, sinistro al volo su cross di Novellino .


Il predidente nerazzurro Fraizzoli fa il profeta: «Il Milan ci metterà vent’anni prima di raggiungere i nostri scudetti. Sempre che ritorni in A…».

Condividi su: