Negli anni Novanta il calcio siciliano, non attraversava di certo uno dei suoi periodi più aurei. Ciò nonostante, c’è stato un uomo che grazie alla cultura del lavoro e alla passione per la propria terra e per il gioco del calcio, ha comunque scritto pagine importantissime nella storia di questo sport.
Quest’uomo è Ignazio Arcoleo, che ci ha raccontato segreti e aneddoti, di quelle che furono due vere e proprie favole costruite dall’allenatore siciliano: il Trapani e per l’appunto il famoso “Palermo dei picciotti”. Calciatori del rango di Gaetano Vasari, dei fratelli Tedesco, Barraco, ma soprattutto Marco Materazzi, allenato in serie C al Trapani.
Proprio sul campione del Mondo del 2006, l’allenatore palermitano ci ha raccontato di come seguisse i suoi consigli in maniera metodica, lavorando anche fino alle 21 avendo come riflettore sul campo d’allenamento una semplice lampadina da 60 watt.
Con i granata Arcoleo riuscirà a centrare una promozione in Serie C1 e sfiorare la B, perdendola per un soffio nel play-off con il Gualdo per una sfortunata rete subita nei minuti di recupero. Un allenatore moderno, Arcoleo, che arrivato ad allenare la squadra della sua città nel 1995, è riuscito a conquistare un posto di rilievo tra tutta la gente di Palermo, con quello che fu ribattezzato il “Palermo dei picciotti”.
Una squadra costruita sui giovani ma soprattutto senza spendere una lira, come lui stesso ci ha confessato e plasmata dallo stesso Arcoleo a sua immagine e somiglianza.
Un gruppo di giocatori che oltre a Vasari e Caterino poteva contare anche sull’esperienza di Iachini, Berti e dello storico capitano Roberto Biffi. Nell’immaginario collettivo, quella squadra conquistò un posto speciale nella nostalgia nella gara di Coppa Italia, vinta dai rosanero per 3-0 contro il Parma alla “Favorita”. Il mister con una precisione incredibile, ci ha raccontato minuziosamente i dettagli di quell’impresa.
A partire dall’ingresso in campo, in uno stadio completamente esaurito, che ribolliva di passione prima della partita. Tuttavia l’ex allenatore dei rosa ci ha raccontato come quell’entusiasmo, svanì di colpo nel momento in cui entrò in campo il Parma prima del riscaldamento.
Pubblico e giocatori, erano letteralmente ammaliati dai grandi campioni presenti tra i gialloblù, come Zola, Benarrivo, Bucci e Stoichkov che solo qualche mese prima erano riusciti a sollevare la Coppa Uefa. La svolta della gara, probabilmente arrivò nello spogliatoio, prima dell’ingresso delle squadre sul rettangolo verde. “Dissi ai miei giocatori che potevano perdere anche 20-0, ma dovevano giocare con il cuore e fare ciò che sapevano: pressing alto e ripartenze veloci. Non preoccupatevi, tentate le giocate, se perdiamo sarà colpa mia”. Parole che diedero una scossa ai rosa che annichilirono il Parma con un netto 3-0, grazie alle reti di Caterino e Vasari, in un match, oggi più che mai, impregnato di una fortissima essenza nostalgica.
Concludendo, quella squadra costruita veramente con pochissimo, giocò un campionato d’altissima classifica in Serie B, riuscendo anche a far fuori il Vicenza di Guidolin e venendo eliminato solo dalla Fiorentina, futura vincitrice della Coppa Italia.