Umberto Caligaris nacque il 26 luglio del 1901 a Casale Monferrato. La madre si chiamava Teresa Muzio, suo padre Giovanni, professione calzolaio. Sicuramente fu suo padre a trasmettergli il dna dello sportivo, visto che era un popolare campione di pallone elastico, giocatore emerito di bocce e valentissimo ballerino. Il ragazzino Umberto tirò i primi calci nell’Oratorio del Sacro Cuore, al Valentino, dove c’erano una palestra ed un terreno di gioco. Il tutto era gestito dal reverendo Castellotti, personaggio molto aperto all’idea di creare una tradizione sportiva all’interno del suo oratorio. Tra l’altro, nello stesso erano già passati i vari Barbesino, Varese e Gallina.
Nel 1913, un appassionato sportivo casalese, Silviardo, fondò una squadra di “liberi”, lo Sparta F. C. In questa piccola realtà le doti del dodicenne Umberto incominciarono ad emergere in un ambito più ampio. Lui stesso, negli anni della gloria, non mancava di ricordare con riconoscenza il suo mentore di gioventù Silviardo. Quest’ultimo divenne successivamente segretario del Casale. Dopo un inizio come portiere ed un intermezzo come attaccante, si spostò definitivamente in difesa, grazie anche ai consigli di Luigi Barbesino, il quale vedendolo giocare aveva evidentemente intuito le enormi potenzialità del ragazzino.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, il padre Giovanni parti al fronte, mentre Umberto continuò a disputare tornei ed incontri nelle varie città limitrofe. Erano gli anni in cui pullulavano le giovani rappresentative di liberi calciatori. Nel 1917-’18 era ormai il fiore all’occhiello dello Sparta, che indossava una casacca bianca con una stella nera. Il giovane dimostrava la sua poliedricità, diventando campione casalese nel salto e nei cento metri. Nel mentre riuscì a diplomarsi ragioniere.
Così incominciarono le prime trasferte importanti, non si giocava più in piccole realtà come Morano e Balzola. Si andava a Vercelli per affrontare Rosetta e Ardissone, ci si batteva contro la Spes di Genova forte di Sardi e Traverso. Trasferte intraprese tra mille difficoltà economiche, spesso si viaggiava in bicicletta e per lunghi tratti anche a piedi, erano tempi da uomini veri!
Nel 1919, appena diplomato, iniziò a lavorare in una tipografia. Nello stesso anno, ad Alessandria venne organizzato il prestigioso Torneo Brezzi, al quale partecipavano squadre di rango quali il Torino, l’Enotria, la Juventus, la Valenzana, l’Alessandria e il Casale, che tornava all’attività dopo gli anni difficoltosi della Grande Guerra. Subito prima di questo torneo il piccolo Sparta venne “assorbito” dai Nerostellati. Nel primo match il Casale demolí (4-1) il Torino allenato da Vittorio Pozzo, probabilmente fu in questo frangente che i due si “annusarono” per la prima volta. Nell’occasione Caligaris andò anche a segno.
Nelle semifinali anche l’Enotria venne battuta con lo stesso punteggio guadagnandosi l’accesso alla finale contro i padroni di casa alessandrini. Il derby provinciale fu appannaggio dei Grigi che vinsero 3-2 aggiudicandosi la coppa. I primi anni Venti videro sbocciare definitivamente il giovane Umberto, che passò dal diventare il capitano del Casale all’esordio in Nazionale contro l’Austria, fianco a fianco con una leggenda come ‘il figlio di Dio” Renzo De Vecchi. In quella speciale occasione il Casale lo omaggiò donandogli un orologio d’oro.
Umberto Caligaris, 26 anni, con la maglia della Nazionale
Nel frattempo, svolto il servizio militare, venne impiegato in una ditta di cementi di proprietà del patron casalese Buzzi. Il giorno più impegnativo della settimana, era il giovedì, perchè cadeva in concomitanza con gli allenamenti del Casale.
In funzione di questo, Umberto si dedicò agli allenamenti il mercoledì, giorno riservato alle giovani leve nerostellate. Probabilmente fu proprio per questo che la popolarità di “Caliga” crebbe a dismisura tra i ragazzini. E sicuramente fu proprio in uno di questi allenamenti che Umberto intuì le potenzialità di un certo Eraldo Monzeglio.
Essendo ormai riconosciuto come terzino di valore nazionale, al Casale incominciarono ad arrivare offerte da società di 1924 ci provò il Bologna, niente da fare!
Nel 1926, poi, il suo passaggio al Torino sembrava cosa fatta. Senonché, dopo un Casale – Torino ricco di polemiche e vinto a tavolino dai granata, i rapporti tra le due società si inasprirono e l’affare saltò.
Caligaris continuava ad avere un impiego parallelo al calcio, e dopo cinque anni nella ditta di cementi passò alle dipendenze della manifattura Geta. Nel 1924, alle Olimpiadi di Parigi, fu un suo errore a favorire il gol vittoria nei quarti di finale contro la Svizzera,. Negli spogliatoi era vistosamente rammaricato, Pozzo lo definì un errore di gioventù.
Nel 1927 raggiunse con il Casale la finale della Coppa Coni, importante competizione parallela al campionato, ma furono nuovamente sconfitti ad l’Alessandria (2-1). L’anno dopo si sposò, ebbe una figlia di nome Giannina, e soprattutto passò alla Juventus. Si ricongiunse con i suoi compagni di reparto e di nazionale Combi e Rosetta. Inizia la leggenda.
Antonio Priore