Banchero, il “garibaldino capriccioso”
Dic 15, 2021

Elvio Banchero è un interno d’attacco che entra, giovanissimo, nel vivaio dell’Alessandria. Con i Grigi si mette in luce nel calcio che conta arrivando a segnare ben 40 gol nelle ultime sessanta gare giocate. Nel 1929 disputa con il Genoa il primo campionato a girone unico realizzando 17 reti e portando i liguri a sfiorare lo scudetto. Con queste premesse realizzative e accompagnato dall’appellativo di “uomo del fango”, per via della facilità a districarsi sui campi pesanti, Elvio Banchero è uno degli acquisti della Roma in vista della stagione 1932-‘33.

È una Roma con grandi ambizioni quella che inizia il campionato 1932-‘33 sotto la guida del tecnico viennese János Baare rinforzata dagli innesti di Banchero, Scaramelli, Pasolini e Dugoni. Elvio Banchero inizia alla grande andando a segno già alla prima gara giocata in casa contro il Casale.

L’Alessandria 1923-’24: Assandro (massaggiatore), Capra II, Banchero, Gandini, Baloncieri, Avalle, Gariglio, Lauro, Béla Révész, Bay I, Capra I, Viviano, Cagnina e Costa

Dopo due partite arriva anche il secondo gol, in casa contro la Triestina, ma sarà l’ultimo della stagione. La squadra stenta infatti a decollare, deve fare i conti con l’infortunio di Lombardo ed arriva la prima sconfitta nel derby che costa la panchina al tecnico. Dopo la trasferta di Milano contro l’Ambrosiana del 22 gennaio 1933 Banchero, anche a causa di una difficile convivenza con Volk, non vede più il campo. Sulle colonne de Il Littoriale il dualismo viene trattato con queste parole “Occorre decidersi e saper rinunciare a Banchero o Volk. Ci pare che essi parlino linguaggi troppo diversi per potersi intendere”.

La Roma 1933-‘34 si rinnova molto, a cominciare dalla panchina dove giunge il tecnico Barbesino. Il primo bomber giallorosso Volk lascia la capitale, arrivano gli oriundi Guaita e Scopelli e l’italiano Tomasi. Nonostante la partenza di Volk, la fiducia in Banchero, che sembra avere ormai le polveri bagnate, è limitata e la maglia da titolare finisce sulle spalle di Guaita. L’attaccante piemontese smania, al punto che il giornalista Vincenzo Baggioli conia per lui la definizione di “capriccioso garibaldino”, ma non ottiene risultati. Banchero colleziona soltanto otto presenze in stagione condite da un unico gol, in versione ex, contro l’Alessandria nella goleada interna del 24 dicembre 1933. Durante l’estate arriva, inevitabile, il trasferimento al Bari.

Il gol di Banchero al Casale raccontato su “Il Littoriale” del 19 settembre 1932
La Roma ai tempi di Banchero

Curiosità su Elvio Banchero

L’attaccante piemontese nelle cronache del tempo è spesso indicato come Banchero I per distinguerlo dal fratello minore Ettore, anch’egli calciatore. I due sono compagni di squadra con l’Alessandria dal 1927 al 1929. Banchero disputa con la Nazionale italiana tre gare e realizza quattro gol, ai tempi dell’Alessandria diventa amico di Aristide Coscia, futuro regista della Roma Campione d’Italia 1942.

“Il Littoriale dell’8 dicembre 1933 annuncia il rientro di Banchero
Il trasferimento di Banchero al Bari su “Il Littoriale

Ritroviamo Banchero alla Roma nel 1948 come allenatore delle squadre minori. Le cronache lo segnalano in tribuna il 17 giugno 1951 nell’attuale Stadio Flaminio per sostenere la Roma nel drammatico match salvezza contro il Milan. Il Genoa ha inserito Elvio Banchero nella Hall of Fame mentre la città di Alessandria gli ha intestato un campo sportivo.

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