“La vita è fatta di episodi, di strade che si incrociano”.
Mister, e il 4-4-2? “Sto leggendo: ‘Caporale Lituma sulle Ande’ di Mario Vargas Llosa. E’ un gran bel libro, ve lo consiglio. I miei autori preferiti sono Mario Benedetti ed Eduardo Galeano, due che hanno combattuto la dittatura militare nel nostro paese.”
Mister, non siamo un po’ scoperti sulla fascia sinistra? “Sono di sinistra, sto dalla parte di chi soffre e di chi non ha lavoro. In Uruguay ho votato per il Fronte Ampio, un partito progressista.”
Mister, meglio la difesa a zona o quella a uomo? “Non mi piacciono gli estremismi. Il filosofo sudamericano Carlos Vaz Ferreira dice che ogni estremismo porta l’idea a contraddirsi rispetto al pensiero originale. Se vogliamo spostare il discorso al calcio, è lo stesso concetto di zona o uomo. Chi difende con troppa foga una teoria e disprezza l’altra, rischia di contraddirsi.”
Mister, come spiega la sconfitta di domenica? “Un grande filosofo disse che chi cerca la vittoria senza mollare prima o poi la trova e se non la trova gli resta almeno la soddisfazione di averla cercata.”
Mister, i fischi della tribuna l’hanno ferita? “Il Sessantotto è stato un momento decisivo nella nostra storia, perché in ogni società c’è’ bisogno di spirito critico, altrimenti si crea una sclerotizzazione delle istituzioni e si rischia di arrivare alle dittature come fu quella militare del 1973 in Uruguay.”
Mister, considera un fallimento la sua esperienza italiana? “Le utopie sono necessarie. Un cantante del mio paese dice che i sogni servono perché ti danno ciò che la vita non ti offre. Un uomo cammina solo se ha ambizioni. In ‘Il libro degli abbracci’, Galeano racconta che c’è un uomo che parla con Utopia e questa, man mano che lui si avvicina, continua ad allontanarsi. Un terzo gli chiede: perché la insegui se non puoi raggiungerla? E lui risponde: perché solo così cammino.”
L’uruguaiano Oscar Washington Tabarez detto “El Maestro” per la laurea in Magistero conseguita a Montevideo, allenò in Italia Cagliari e Milan.
Tabarez era un uomo colto e schierato, parlava correntemente quattro lingue. Diede le dimissioni dopo una sconfitta del Milan a Piacenza il primo dicembre del 1996, quando la sua Utopia venne sconfitta dal pensiero debole del centravanti filosofo minimalista Pasquale Luiso detto “il Toro di Sora“, l’uomo che un giorno disse: “Crossatemi una lavatrice e colpirò di testa pure quella”.
Furio Zara