In un’intervista alla “Gazzetta dello Sport” nel 2017, l’ex giocatore di Napoli e Fiorentina, Kurt Hamrin, ha raccontato il Sarri “calciatore” allenato ai tempi del Figline: “Anni Settanta, io sulla panchina del Figline e Maurizio in campo. Grande fisico ma piedi scarsi. Il Sarri calciatore nasce come difensore centrale. Cattivello. Sicuramente duro. Avrei voluto trasformarlo in centravanti. Un bomber di potenza. Al termine della stagione fu chiaro che io non potevo fare l’allenatore e Sarri non era nato per giocare a calcio”.
Meglio come allenatore:“I tre allenatori che mi piacciono di più sono Sarri, Conte e Allegri. Tutti sono partiti dalla gavetta, lottando per evitare la retrocessione o per salire di categoria. Sono lezioni di vita che ti rendono più facile confrontarti con i campioni”.
Proprio a Figline Valdarno, la cittadina cantata anche da Dante, dove il tecnico risiede e dove vivono la moglie e il figlio, il suo nome fa piegare la testa e inumidire gli occhi, soprattutto tra i tavoli dell’Antico caffè Greco, il covo dei suoi fan, e al circolo Arci di Matassino, dove l’ex tecnico del Chelsea, del Napoli e della Juve amava trascorrere il tempo con le carte della briscola in mano, “ma al massimo ci giocavamo tramezzini, mai soldi” raccontano i suoi amici.
Sarri divenne allenatore ancora giovane, aveva 31 anni. Subito in tuta, la sua era nera, all’epoca, e l’ha portata nera per anni. Era un suo moto di ribellione al mestiere di ogni giorno: andava a lavorare in banca, giacca e cravatta, e così quando si metteva in panchina si liberava delle costrizioni e del bon ton.
Sarri è sempre stato un maniaco del lavoro. Aveva creato un rudimentale archivio, oggi lo chiameremmo database, in cui registrava tutti i giocatori avversari, le loro caratteristiche, andava a vederli e li studiava, in modo da elaborare la tattica migliore.
Nella foto (calciomercato.com) sotto il titolo : quando Maurizio Sarri era un calciatore a Figline: il primo, in basso, da sinistra
Contributi al testo: “Hamrin racconta Sarri” e “Viaggio nel Feudo di Sarri”