È scomparso a Bresso, all’età di 75 anni, Luigi Maldera, indimenticato stopper di Milan e Catanzaro. Gino era il più grande dei tre fratelli Maldera, tutti calciatori tra la metà degli anni Sessanta fino agli anni Ottanta. Erano i fratelli Maldèra, con l’accento sulla “e”, rigorosamente citati come Maldera primo, secondo e terzo, in ordine d’età. Aldo, il più piccolo e il più noto, era venuto a mancare nell’agosto del 2012.
Nato a Corato (come il secondogenito Attilio) il 19 gennaio del 1946, si trasferì da bambino in Lombardia con la famiglia. Suo padre Antonio faceva il fruttivendolo e riuscì ad aprire un suo negozio di ortofrutta a Bresso, nell’hinterland milanese. Lui, come i fratelli, crebbe calcisticamente nel Milan esordendo in rossonero il 27 ottobre del ’65 contro lo Strasburgo, nella ormai scomparsa Coppa delle Fiere. Dopo due prestiti, al Verona e al Monza, torna al Milan e in due stagione riesce a vincere la Coppa dei Campioni contro l’Ajax e la Coppa Intercontinentale contro l’Estudiantes, nella bollente partita che costò a Nestor Combìn la frattura di naso e zigomo. Luigi Maldera è legato a doppio filo anche al Catanzaro.
Con i calabresi 206 presenze e 5 reti tra il 1971 e il 1978, contribuendo per due volte alla promozione in Serie A dei giallorossi. Dopo una stagione al Piacenza, chiude la carriera al Seregno nel 1982. In totale, in Serie A, il roccioso difensore coratino ha totalizzato 92 presenze e 4 reti.
Dopo il ritiro è rimasto legato fortemente al Milan. A Milanello ha allenato le giovanili fino al 1997, prima di iniziare un percorso nelle scuole calcio gemellate al club rossonero. Suo figlio Andrea ha seguito lo stesso percorso, diventando match analyst del Milan, fino al passaggio all’Ucraina. Luigi è sempre rimasto in contatto con la sua terra natìa, tornando spesso in città per passare del tempo con la sua famiglia d’origine.