Oggi, quando si parla di calcio e di Africa, il primo pensiero va a Mohamed Salah, il più cristallino talento della sua generazione proveniente dal continente nero. Prima dell’attaccante egiziano i campi da calcio sono stati calcati da Samuel Eto’o e l’ivoriano Didier Drogba, ma agli inizi degli ’90 il calciatore africano più forte era senza ombra di dubbio Abedì Pelè. Lo dimostra anche il fatto che per tre volte consecutive, nel 1991, nel 1992 e nel 1993 è stato eletto il Miglior calciatore africano dell’anno. Per due stagioni, dal 1994 al 1996, Abedì Pelè ha indossato anche la maglia del Torino, come ci ricorda Andrea Piva.
In maglia granata è arrivato due anni dopo aver vinto la Coppa dei Campioni con l’Olympique Marsiglia (in Francia aveva anche vinto tre campionato, più anno che era stato revocato). Nella prima stagione il suo rendimento è stato ottimo e con i suoi 10 gol segnati ha dato un importante contributo nel far raggiungere alla squadra una salvezza tranquilla. Più deludente è stata la seconda sua stagione al Torino, culminata con la retrocessione in serie B della squadra granata. Abedì Pelè è però stato uno dei più talentuosi calciatori che hanno vestito la maglia granata nell’era post Borsano.
Nel 1996 Pelè ha lasciato il Torino e si è trasferito in Germania al Monaco 1860. Il trequartista ghanese ha poi chiuso la carriera nel 2000 con la maglia dell’Al-Ain, negli Emirati Arabi Uniti. Nonostante la sua esperienza sotto la Mole non sia stata particolarmente lunga, Abedì Pelè ha lasciato un ottimo ricordo di sé nell’ambiente granata.