Ti chiami Nicola Ventola, sei nato baciato dal sole pugliese, dovevi essere un predestinato,un campione, probabilmente immaginavi i tuoi 32 anni come l’occasione per firmare l’ultimo contratto, magari per una squadra che ti garantisse una fine gloriosa,degna della carriera che avresti dovuto fare ma che per i tanti, troppi infortuni, non hai mai fatto. Hai calpestato manti erbosi importanti, vinto trofei prestigiosi con le nazionali giovanili,hai vissuto in città come Milano e Londra, sei fidanzato con una modella famosa.
Ti chiami Francesco Evola, hai 26 anni e sei nato a Niscemi,nell’ arido entroterra siculo. Sei partito ancora ragazzino per Novara,con il sogno di diventare un calciatore. Novara dista da Niscemi quasi 1500 chilometri,per permetterti di crescere i dirigenti ti fanno girare. Borgosesia, Vespolate, Borgomanero, luoghi non inebriati dal profumo delle zagare e dove di certo non splende il sole. Per continuare a coltivare questo sogno tocca lavorare,come muratore prima, un lavoro part-time a Borgosesia poi ,allenamenti e lavoro, lavoro e allenamenti. L’apice lo raggiungi quando aiuti a fare gli scavi e un muretto nell’antistadio. Magari ti manca Niscemi, probabilmente pensi che un giorno tutto questo sforzo sarà ripagato. Ventola e Evola, due vite e due carriere diverse,una sola cosa in comune il Novara. Come racconta “Lacrime di Borghetti”. Novara è un città mista,un po’ piemontese, un po’ lombarda, Milano è dietro l’angolo, Torino un po’ più in la.
Clima freddo con cielo plumbeo d’inverno, umida e rovente in estate. Le risaie, la nebbia, le zanzare, sono il contorno di una cittadina carina e placida. E la città che ha inventato il Campari (per cui avrei personalmente assegnato una medaglia d’oro al valor civile), bevanda che chiunque associa ad un momento di relax, ecco Novara vive senza frenesie, come se fosse sempre l’ora dell’aperitivo. Almeno fino allo scorso 25 aprile 2010. Ventola ed Evola si ritrovano in squadra insieme, grazie ad una mirata e sorprendente campagna acquisti effettuata sotto la sapiente regia del ds Pasquale Sensibile, ex capo osservatore a Palermo e grazie ai liquidi della famiglia De Salvo (proprietari di diverse cliniche) dal 2006. Gemiti, Fontana, Rigoni,Ujkani,Tombesi, nomi importanti, gente con un passato in A, a cui si aggiunge la guest star Nicola Ventola e persone esperte della categoria come il difensore Lisuzzo e il centravanti Simone Motta (eletti insieme a Rigoni come i migliori tre giocatori). Non esistono più scuse, si deve migliorare l’ottavo posto della passata stagione, per questo la squadra viene affidata ad un allenatore esperto come Attilio Tesser, l’obiettivo minimo è il playoff, ma da subito si capisce che il Novara è destinato ad un campionato da protagonista. Pronti via e si comincia, tre vittorie di fila, prende la testa della classifica e non la lascia più. In coppa Italia arriva a disputare gli ottavi contro il Milan, dopo aver eliminato nell’ordine: Pescina, Modena e ben due formazioni della massima serie, ovvero Parma e Siena. Il 13 gennaio del 2010 la tranquilla Novara comincia a stiracchiarsi, rinsavendo da un torpore della durata di 33 anni, la città si svuota, partono in diecimila, direzione Milano più precisamente San Siro (il totale degli spettatori sarà di 15000), la Scala del calcio. Vantaggio Milan con Inzaghi, si pensa ad una goleada rossonera,errore. Al 46’ il Novara pareggia con un meraviglioso sinistro di Gonzalez e si arrenderà solo ad un siluro di Flamini a nove dal termine.
Da quel giorno in poi il Novara, sarà come un rottweiler a cui è stata fatta solo annusare la bistecca, con la bava alla bocca affronta le successive 12 partite mettendo a segno 6 vittorie e portando a casa 6 pareggi,intanto la città continua a svegliarsi sempre di più e dopo essersi stiracchiata, ha già un piede giù dal letto. Il Novara rimane l’unica compagine in tutta Europa ad essere imbattuta in campionato e con un altro risultato positivo eguaglierebbe la Ternana di Gigi Del Neri della stagione 1997-‘98. Trentunesima giornata, al Santa Colomba di Benevento il Novara seguito da 250 tifosi, può conquistare la serie cadetta con 5 giornate d’anticipo. In piazza Martiri arrivano i maxischermi (messaggeri di sventura),la città è quasi del tutto sveglia. Basta fare un punto, ma il Benevento guidato dal pittoresco Leo Acori,non sembra disposto a fare da cornice alla festa dei piemontesi. Dopo 19 minuti Felice Evacuo su rigore porta in vantaggio i sanniti, il risultato non cambia e il Novara è costretto a giocarsi la promozione tra le mura amiche proprio contro la diretta inseguitrice, ovvero, la Cremonese. Questa volta la città si sveglia del tutto,come quando ti butti in faccia a piene mani dell’acqua gelata,il 25 aprile del 2010 lo stadio Silvio Piola è esaurito in ogni ordine di posto. Per tornare in cadetteria al Novara basta perdere con un solo goal di scarto. Dopo 33 minuti Nicola Ventola gira in rete un assist di testa, è una botta imprendibile che termina sotto l’incrocio. La Cremonese non demorde, trova il pareggio al nono del secondo tempo, ma cinque minuti dopo ancora Ventola riporta in vantaggio gli azzurri con un eurogoal,un tiro al volo che si va ad insaccare all’angolino sinistro. È fatta,almeno così pare, ma i lombardi prima pareggiano e poi passano in vantaggio al 30’. A Novara torna la paura di sciupare un altro match point, una paura che dura soltanto tre minuti, grazie al rigore trasformato da Simone Motta. Dopo quattro minuti di recupero, l’arbitro Andrea Corletto di Castel Franco Veneto sancisce la fine della gara e il ritorno del Novara in serie B dopo 33 anni. All’ombra di San Gaudenzio esplode la festa.
Come dicevamo è una città strana, senza una vera e propria identità a metà tra Lombardia e Piemonte,un po’ Milano,un po’ Torino,un po’ Ventola e un po’ Evola, semplicemente Novara la calma e pacata Novara, la città dove le zanzare ti danno del tu, che vive senza frenesie, ma che il 25 aprile dopo 33 anni è tornata a piangere lacrime di gioia… anzi ci sia consentito di dire, visto che si parla di Novara, lacrime di gioia e di Campari.