Al fianco di Maradona poi operaio vetraio
Mar 6, 2024

Quando il turnover era una parola sconosciuta, si sapeva a memoria chi erano i titolari e chi le riserve in una squadra. Luciano Sola era una riserva nel Napoli dell’epoca maradoniana ma l’ex mediano riuscì comunque a togliersi le sue soddisfazioni. In una big era nato e cresciuto calcisticamenente, visto che aveva fatto la trafila nelle giovanili del Milan ma con i rossoneri non riuscì ad arrivare in prima squadra. La gavetta la fece al Seregno, le cose migliori alla Reggiana dove giocò tre anni prima di essere notato dal Bari. Con i pugliesi realizzò l’impresa di passare dalla C alla A in due anni. Proprio con i biancorossi baresi si mise in mostra segnando al Napoli. Il Bari perse 2-1 ma lui fu notato dalla dirigenza azzurra che lo volle acquistare.

23 febbraio 1977, Sola nella la squadra Primavera del Milan che affronta la Sampdoria nella finale del Torneo di Viareggio 1977 (foto Magliarossonera.it)

Del periodo pugliese c’è un aneddoto gustoso che raccontò il suo ex presidente: “Ricordo una partita di coppa Italia a Verona, c’era anche il matrimonio di Luciano Sola. Quel giorno un taxi è andato a prenderlo dalla sala ricevimenti, perchè eravamo contati un po’ come oggi, e lui lasciò gli invitati per venire a giocare”. In azzurro gioca due anni e vince lo storico primo scudetto del 1987 contribuendo con 16 presenze. L’anno dopo gioca meno (9 gare) ma si toglie lo sfizio di debuttare in Coppa Campioni contro uno squadrone. Complice l’assenza di Careca il tecnico Ottavio Bianchi lo schiera titolare al Santiago Bernabeu (vuoto per squalifica del campo, nell’occasione) contro il Real Madrid (che vinse 2-0).

Da sinistra: Sola capitano della Reggiana nel campionato 1982-’83, in un derby emiliano con il bolognese Colomba e l’altro reggiano Pallavicini

Lasciato il Napoli va per tre anni al Padova, poi passa al Fano e chiude la carriera con i dilettanti del Capriolo: in tutto 54 presenze e un gol in A e 183 presenze e 5 gol in B. Sola non è rimasto molto nel mondo del calcio dopo aver smesso.

La formazione del Napoli contro il Real Madrid

Ha allenato a livello dilettantistico dalle sue parti, poi ha lavorato prima come magazziniere, poi come operaio vetraio e oggi si gode la pensione coltivando un pezzo di terra dietro casa. Vive a Capriolo, un angolo di provincia bresciana e in un’intervista al Mattino ricordò: “A Napoli sono stato benissimo. Per me e mia moglie è stata un’esperienza umana fantastica. Ora sono agricoltore, mi diverto a coltivare dietro casa la mia terra , sono rimasto nel calcio per poco tempo. Poi sono stato vicino alla mia famiglia, nulla di più”.

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