Correva l’estate 2016 quando Gianluca Lapadula, dopo aver realizzato qualcosa come 27 goal in 40 presenze col Pescara in Serie B, era l’uomo del momento tanto che sul mercato se lo contendevano tre top club come Napoli, Juventus e Milan. Alla fine a spuntarla furono i rossoneri con cui però Lapadula non è riuscito a sfondare: 29 presenze, 8 goal e l’addio dopo una sola stagione. Destinazione Genoa. Sembrava la fine della favola. Sembrava, appunto. Lapadula oggi è invece tornato sulle prime pagine grazie alla convocazione del Perù dove è già un eroe nazionale tanto da ricevere perfino la benedizione di uno sciamano locale: il Curandero Andino, Julio Abel Neyra Tica.
“Lapadula, ti farò fiorire per farti segnare contro il Cile e contro l’Argentina”.
L’attaccante, dopo un paio di stagioni difficili, l’anno scorso si è rilanciato a Lecce e ha poi vestito la maglia del Benevento di Pippo Inzaghi. Uno che la numero 9 del Milan l’ha vestita prima di lui, a dire il vero con ben altri risultati. Lapadula d’altronde a ventitrè anni era finito a giocare in Slovenia e a venticinque militava ancora in Serie C col Teramo, dove finalmente esplode conquistandosi sul campo il palcoscenico della Serie B a suon di goal. Goal che nelle giovanili della Juventus, dove è rimasto fino ai 14 anni, Lapadula cercava di evitare.
“Da bambino, nel vivaio della Juventus, giocavo portiere, intrigato dai racconti di mio padre che aveva quel ruolo nei campionati dilettantistici. Poi sono diventato trequartista e seconda punta con Del Piero mio campione preferito”.
La stagione super al Pescara in realtà aveva già risvegliato l’interesse del Perù, con tanto di incontro col Ct Gareca ma allora Lapadula preferisce aspettare l’Italia. “Il mio sogno è essere chiamato dal tecnico Antonio Conte e indossare la maglia azzurra”.
La chiamata in effetti arriverà, ma da Ventura e solo per un paio di amichevoli. Lapadula scende in campo contro San Marino realizzando perfino una doppietta, poi il buio. Nato a Torino da padre italiano e madre peruviana, Lapadula allora inizia a ripensarci. Intanto Pizarro si è ritirato, Guerrero va per i 36 anni ed anche il Perù torna improvvisamente a corteggiare l’attaccante. Inizia così l’iter per ottenere il passaporto peruviano, finché il 30 ottobre arriva finalmente la prima convocazione. Ed in Perù è già Lapadula-mania: servizi televisivi, prime pagine sui giornali e magliette a ruba.
In questo giorni Lapadula sta disputando la Copa America commuovendo un intero Paese con i suoi gesti dentro e fuori dal campo. L’attaccante ha appena segnato il suo primo gol con la nazionale peruviana contro l’Ecuador, ma sono stati i due assist decisivi nella gara di qualificazioni mondiali proprio contro l’Ecuador, quando era uscito stremato nei 3000 metri di Quito, a segnare l’inizio di una grande storia d’amore, celebrata ovunque sui social e nei programmi televisivi. Da allora Lapagol è stato titolare al centro dell’attacco della Blanquirroja nelle due partite giocate finora in Copa America: la secca sconfitta all’esordio contro il Brasile e la splendida e sorprendente vittoria sulla Colombia. Pur non segnando, in quest’ultima occasione Lapadula è di nuovo diventato virale stavolta per i suoi abbracci, nei confronti di compagni, avversari ed allenatore. “Tutti abbiamo bisogno di un abbraccio di Lapadula”, “Vorrei essere abbracciato come abbraccia Lapadula” e ancora tanti post e meme, sulla scia delle immagini in cui si vede il calore dei gesti dell’attaccante, che appaiono davvero sentiti e non impostati.
In particolare, la foto dell’abbraccio con Santiago Ormeño al momento del cambio quando mancavano pochi minuti al termine del match è stata vista praticamente da chiunque in Perù. Lapadula piace perché lotta e non si risparmia, ed è genuino nelle sue emozioni. Sostituire tecnicamente un totem come Paolo Guerrero, ormai arrivato a fine carriera, è impossibile, ma il Bambino viene visto come degno erede morale della sua maglia di centravanti nella rappresentativa allenata da Gareca. I compagni ovviamente accettano ben volentieri gli abbracci di Lapadula, mentre è accaduto che non abbia gradito altrettanto un suo avversario colombiano: se infatti il portiere Ospina ha ricambiato l’abbraccio, il difensore Davinson Sanchez lo ha rifiutato, provocando le ire dei tifosi peruviani, che si sono scagliati contro il giocatore del Tottenham. Il gesto di Sanchez è effettivamente fin troppo evidente, visto che si scansa dopo aver battuto la mano a Lapadula, lasciandolo con un palmo di naso.
Dal canto suo, l’attaccante italo-peruviano incassa la solidarietà appassionata dei tifosi e li carica a palla dopo il trionfo sulla Colombia: “Ecco chi siamo, una squadra unita che lotta fino alla fine. Orgoglioso di far parte di questa grande famiglia”. La favola continua.
Fonti: “Goal.com” e “Fanpage.it”