Anche Patrice Evra ha sofferto la fame e conosciuto la povertà. Non ha mai avuto problemi raccontare i momenti difficili vissuti in gioventù, un periodo passato a inseguire un pallone e costruire un futuro cambiando spesso maglia e campionato.
“Sono stato povero . E mi è capitato di chiedere soldi in strada per comprarmi da mangiare”, aveva confessato in un video-messaggio postato sul suo profilo Instagram. La storia di Patrice Latyr ha inizio in Senegal, dove ha trascorso per i primi tre anni di vita.
A fianco, con la maglia del Monza.
Poi suo padre, un diplomatico della Guinea, viene trasferito in Belgio e successivamente in Francia a Les Ulis, un comune di 25 mila abitanti a sud di Parigi. Qui Evra muove i primi passi calcistici nei primi anni Novanta figura nelle giovanili della squadra locale: il CO Les Ulis. Il passaggio ai dilettanti del CSF Brétigny e poi la grande occasione: il tesseramento con Paris Saint-Germain.
Le cose con i parigini non vanno come dovrebbero, ma Evra a 17 anni si ritrova in Italia. Il francese viene notato dagli osservatori del Torino, ma l’esperienza in granata dura circa 10 giorni e poi viene girato al Marsala in C1 e poi ceduto al Monza in serie B.
Proprio a Marsala venne ribattezzato ” il cioccolattino azzurro” per i suoi modi gentili ed educati. Tutti ricordano la partita Palermo-Marsala, in cui Evra, che giocò sin dal primo minuto da attaccante di fascia sinistra, fu letteralmente “massacrato” dai rudi difensori rosanero, in particolar modo da Biffi, storico capitano del Palermo ed Antonaccio.
Evra ha quasi vent’anni e tanta voglia di rivincita nei confronti del campionato francese e accetta la proposta del Nizza. Gioca nella seconda squadra e poi conquista una maglia nella prima. Cambia anche ruolo alternando l’esterno offensivo e quello difensivo. Passa al Monaco e Deschamps lo costringe a diventare un terzino, un ruolo che Evra non ama ma che lo fa diventare uno dei migliori giocatori della Ligue.
Ma per ottenere la gloria, il giocatore francese deve lasciare ancora la Francia. Va al Manchester United e riempie la sua bacheca: 5 campionati inglesi (2007, 2008, 2009, 2011 e 2013), 3 Coppe di Lega inglesi (2006, 2009 e 2010), 5 Supercoppe inglesi (2007, 2008, 2010, 2011 e 2013) e 1 Champions League (2008) e Mondiale per club. Diventa anche una pedina fondamentale della Nazionale francese.
Quando la sua esperienza con i Red Devils è giunta al termine sceglie di tornare in Italia, proprio a Torino ma sponda bianconera. La Juve lo acquista per 1,2 milioni di euro (più 0,6 milioni per il transfer internazionale).
Il resto è storia recente: due scudetti vinti con i bianconeri e la stima incondizionata di Massimiliano Allegri.
Dopo un biennio da titolare, con l’inizio della terza stagione in bianconero vede ridursi il numero di presenze in campo, per via della concorrenza nel ruolo del più giovane Alex Sandro, motivo per cui in accordo con la società chiede di venire messo in vendita nella sessione invernale di calciomercato: lascia la Juventus dopo 82 partite e 3 gol per accasarsi all’Olympique Marsiglia. Il 2 novembre 2017, in occasione della partita di Europa League contro il Vitória Guimarães, viene espulso prima del fischio d’inizio per aver dato un calcio ad un tifoso del Marsiglia durante un diverbio nato a bordocampo tra i sostenitori e i giocatori della squadra francese.
In seguito all’episodio, viene squalificato fino al giugno seguente per le competizioni Uefa e la società rescinde consensualmente il contratto. Nel febbraio 2018 viene tesserato dal West Ham, con cui firma fino al termine della stagione. Sceglie di indossare la maglia numero 27.