Il 13 febbraio 1956, a Dublino, nasce Liam Brady, uno dei più grandi giocatori che l’Irlanda abbia mai regalato al calcio. Cresciuto calcisticamente dapprima nel St. Kevin’s Boys e poi nello Home Farm, gli scout dell’Arsenal lo notano nel 1971, acquisendone i diritti. Con i Gunners firma il primo contratto professionistico, debuttando il 6 ottobre 1973 contro il Birmingham. Nel 1979 viene premiato come calciatore dell’anno del massimo campionato inglese: è un’annata super per il trequartista mancino che vince l’FA Cup. L’anno seguente approda alla finale di Coppa delle Coppe, dove l’Arsenal viene sconfitto dal Valencia.
Nel 1980 la Serie A riapre le frontiere. E Liam Brady sbarca in Italia grazie al lavoro di Gigi Peronace, uomo di calcio che sviluppò i rapporti Oltremanica. Lo acquista la Juventus che gli affida la maglia numero 10. Con la formazione di Trapattoni il giocatore vince due scudetti consecutivi, segnando peraltro nel 1982 il rigore decisivo a Catanzaro. Quando la Vecchia Signora ingaggia Michel Platini e Boniek le porte per l’irlandese si chiudono.
L’irlandese si trasferisce così alla Sampdoria, dove gioca due ottime stagioni, che convincono l’Inter a puntare su di lui. In nerazzurro rimane dal 1984 al 1986, quando chiude la sua esperienza italiana con la maglia dell’Ascoli.
Nel 1987, dopo sette anni in Italia, ritorna in Inghilterra, dove chiude la carriera con la maglia del West Ham, nel 1989. Con l’Irlanda Liam Brady ha giocato per 15 anni, mettendo insieme 72 presenze, senza partecipare mai ad una fase finale di un Europeo o di un Mondiale.