La notte di Nayim
Mar 29, 2021

Mohamed Ali Amar, detto Nayim

Ancora una volta i campioni in carica sono sconfitti nella loro seconda finale. Coppa delle Coppe 1994-’95. L’Arsenal è battuto da uno dei più memorabili gol nella storia del calcio europeo. All’ultimo minuto dei tempi supplementari il centrocampista del Real Saragozza Mohamed Ali Amar, detto Nayim, – ex giocatore del Tottenham Hotspur – supera il portiere dell’Arsenal e della nazionale inglese David Seaman con un incredibile pallonetto dalla linea laterale destra, a 40 metri di distanza dalla porta degli inglesi. I campioni in carica dell’Arsenal non hanno grandi problemi fino ai quarti di finale (Omonia e Brøndby le vittime dei primi due turni). Successivamente i Gunners, bloccati sul pareggio casalingo per 1-1 dall’Auxerre, vincono di misura per 1-0 in Francia grazie a Ian Wright. Entrambe le semifinali contro la Sampdoria terminano sul 3-2 per la squadra di casa. Ai rigori Attilio Lombardo fallisce e consente all’Arsenal di qualificarsi per la finale al Parc des Princes..

L’Arsenal

Il Real Zaragoza di Víctor Fernández – come riepiloga “Storie di Calcio” – dopo aver superato agevolmente il Gloria Bistrita (5-2 complessivo) e il Tatran Prešov (eloquente 6-1) trova sulla sua strada il Feyenoord. Dopo avere perso per 1-0 all’andata, ha la meglio per 2-0 sugli olandesi nei quarti di finale (reti di Pardeza e Esnaider). In semifinale larga vittoria per 3-0 sul Chelsea all’andata, ma disastro sfiorato a Londra. Una rete di Santiago Aragón è decisiva per limitare la sconfitta a un 3-1. Gli spagnoli vanno così a Parigi per sfidare un’altra squadra di Londra.

La finale si è accende quando Juan Eduardo Esnaider, che aveva segnato in ciascuna partita precedente, scarica un sinistro a rete al 68’ con Seaman immobile. Otto minuti più tardi John Hartson pareggia per la squadra di Stewart Houston e la partita va così ai supplementari dove Nayim, centrocampista di origine araba, scrive una pagina di storia per sé e per il Real Zaragoza.

La Sampdoria di Sven-Göran Eriksson è in piena fase di evoluzione: la truppa dello scudetto è ormai smembrata e i doriani non riescono più a trovare spazio nel panorama italiano dominato ormai dalle “sette sorelle”. In Coppa l’esordio non è certo soft perchè a Oslo i norvegesi del Bodoe si portano sul 2-0 già alla mezz’ora. Bertarelli riporta il match sul 2-1 ma al 58′ Johnsen batte ancora Zenga e a Platt non resta che ridurre lo svantaggio sul 3-2. A Genova ritorno alla normalità con Platt e Lombardo che regolano il Bodoe con un secco 2-0.

Agli ottavi gli svizzeri del Grasshopper escono da Marassi sotto un eloquente 3-0 (Melli, Mihajlovic e Maspero) e a Zurigo basta una sconfitta di misura ancora per 3-2 per arrivare ai quarti. In primavera arriva il Porto che fa il colpaccio a Genova con un rete di Yuran. In Portogallo Mancini pareggia i conti al 48′ con un delizioso sinistro al volo che punisce Vitor Baia.

Si arriva ai rigori dove la Samp è ineccepibile con i suoi cinque penalty in rete mentre dall’altra parte Latapy si fa stregare da Zenga mandando in semifinale i blucerchiati. L’Arsenal è l’ostacolo verso un’insperata finale. A Londra per la terza volta la Samp esce sconfitta per 3-2 in un match di rara intensità con Jugovic che realizza una doppietta. Nel ritorno succede di tutto: dopo la rete inglese di Wright la squadra di Eriksson ha perso una qualificazione che aveva già in tasca, quando a due minuti dalla fine, dopo una spettacolare rimonta con Mancini e doppietta di Bellucci, sul 3-1 si lascia castigare da una punizione di Schwarz. Ai rigori, Zenga è bravo su Merson, Seaman miracoloso (tre parate) e Lombardo, che aveva firmato a Oporto la qualificazione alle semifinali, si fa respingere il tiro.

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