L’Atlético San Telmo è un piccolo club argentino che milita nelle divisioni inferiori e che disputa i propri match casalinghi alla Isla Maciel, un’isola non propriamente sicura, dove violenza e criminalità imperversano. La squadra vanta un solo campionato di Prima Divisione, nello stesso anno in cui debuttò Maradona nel professionismo.
Questa interessante storia ce la racconta Vittorio Cornacchia di Football Story – Mondocalcionews.it Buenos Aires, il cuore pulsante dell’Argentina. Un mix di etnie, culture e tradizioni che si differenziano di quartiere in quartiere. Ci troviamo esattamente a San Telmo, il più piccolo di tutti i barri della città. Ma, nonostante le ristrette dimensioni, è anche uno dei più famosi della capitale, nonchè battuta meta turistica. Merito, soprattutto, del tango, che trova le proprie origini proprio tra le antiche vie del barrio. Ma anche dei tanti murales, dei bar aperti fino a notte fonda, dei negozi di antiquariato e delle fantastiche bisteccherie. Anche qui, ovviamente, batte forte la passione per il calcio, come in tutte le strade dell’Argentina. E anche qui, nonostante parliamo solo di un piccolo quartiere, c’è una squadra di “fútbol”.
Stiamo parlando del Club Atlético San Telmo, una piccola società, fondata addirittura nel 1904. Dal punto di vista sportivo, non certamente una delle migliori tradizioni a Buenos Aires, nonostante un breve periodo d’oro a metà anni 70. Ma il club è “famoso” soprattutto per un’altra particolarità. Non avendo a disposizione uno stadio nel proprio barrio, è costretto a sbarcare letteralmente su una piccola isola sulla sponda destra del fiume Riachuelo, nei pressi del famoso quartiere di Boca. La zona, denominata Isla Maciel, in realtà, da un punto di vista geografico, non sarebbe neanche una vera e propria isola.
Di caratteristico ha ben poco, se non la dilagante violenza e criminalità. Per decenni, è stato un frequentatissimo e fatiscente quartiere a luci rosse, ricco di case di appuntamento. Chiuso il periodo del sesso a pagamento, l’Isla Maciel è diventata una vera e propria zona franca. Qui la droga dilaga e le bande di criminali si fanno continuamente la guerra. Morti, feriti, sparatorie, rapine. Insomma, c’è ben poco da stare tranquilli. Inoltre, qualche politico è solito assodare veri e propri mercenari per creare appositamente scompiglio o terrore durante le manifestazioni. Non è quindi un caso che molti abitanti di Buenos Aires la chiamino addirittura “Isola del Terrore”.
Qui regna l’illegalità, tra case decadenti, povertà assoluta, servizi inesistenti e tanta tanta confusione. Lo stato sociale dell’Isla Maciel, la malfamata zona che ospita lo stadio Osvaldo Baletto, non poteva che riflettersi, ovviamente, sulla tifoseria del Club Atlético San Telmo. Il tifo organizzato della squadra è nelle mani di personaggi molto loschi e violenti, conosciuti da tutti nella zona ed evitati perfino dalla polizia. Alcuni di loro sono membri delle terribili bande criminali che si fanno la guerra ogni giorno per le cadenti strade del barrio. Lo stadio Osvaldo Baletto, un piccolo impianto di soli 7500 spettatori, è tra i più pericolosi in assoluto di tutta l’Argentina. Stiamo parlando di un ambiente dove, talvolta, si rifiutano di entrare perfino ambulanze e forze dell’ordine. Se non si conosce qualcuno, all’interno del tifo organizzato, è assolutamente sconsigliato recarvisi. Per una partita di calcio, si rischia davvero di morire. E di disordini, anche terribili, ne sono successi a bizzeffe.
Basti pensare che lo stadio, nel 2006, fu chiuso per ben 5 anni. L’ennesima goccia, che stavolta fecce traboccare il vaso, cadde in occasione dell’incontro tra i padroni di casa del San Telmo e il Talleres. I terribili scontri tra le tifoserie, iniziati ben prima del match, hanno avuto risvolti drammatici. Il tutto ha portato alla sospensione. Altre chiusure erano già avvenute in passato, ma sempre per periodi limitati. Dopo la riapertura, nel 2011, la tifoseria del San Telmo ha continuato a spargere terrore. La Federazione, per tentare di arginare la dilagante violenza, ha proibito ai tifosi della squadra di andare in trasferta. Un altro grosso pericolo, per molti anni, è stato rappresentato dalla pericolante tribuna centrale, chiamata Las Heras. Date le pessime condizioni in cui si trovava, per alcune stagioni è stata chiusa, limitando la capacità dello stadio. Nel 2015 è stata poi rifatta in cemento e resa finalmente stabile. Un’altra curiosità? In un simile dilagare di illegalità, non poteva che essere illegale anche il modo per raggiungere lo stadio! Molti, infatti, per evitare di entrare in una simile zona con l’auto (accedendo tramite un ponte) usano il servizio canoa. In pochi minuti, passando per il fiume, si giunge nel quartiere dello stadio. Ovviamente, non è legale ma nessuno dice niente e diversi individui loschi ci lucrano sopra. Attualmente, il piccolo club di Buenos Aires milita in Primera B, la terza divisione calcistica argentina. Di fatto, è la categoria che ha quasi sempre ospitato il Club Atlético San Telmo ma c’è stata qualche eccezione. La più gloriosa epoca della società risale alla metà degli anni 70. Nella stagione ‘75, i biancoazzurri arrivano terzi nella Seconda Divisione, il miglior piazzamento di sempre fino a quel momento. Il traguardo permette loro di qualificarsi per i playoff e, clamorosamente, di vincerli. Per la prima (e unica) volta nella propria storia, il San Telmo approda in Prima Divisione. La squadra ha anche un buon inizio e si candida al ruolo di possibile sorpresa del campionato argentino. Successivamente, però, la squadra perde smalto e subisce un pesantissimo 7-1 dal River Plate. La sconfitta fa perdere ogni certezza alla rosa, che non riesce a reagire e incappa in ben 13 sconfitte consecutive, finendo per retrocedere mestamente al termine della stagione.
Ma nella difficile annata in Prima Divisione, vi sono ben due fatti che rimarranno in eterno nel cuore dei tifosi dell’ Atlético San Telmo.
Il primo è rappresentato dall’aver visto, contro la loro squadra, un certo Diego Armando Maradona. Il Pibe de Oro, appena sedicenne, fa infatti il suo debutto nella massima serie argentina proprio nel 1976 con la casacca dell’Argentinos Juniors. Il secondo fatto, il più indimenticabile, porta alla clamorosa vittoria per 3-1 contro il Boca Juniors, campione in carica del torneo. Il match, per questioni di capienza dello stadio, viene disputato nell’impianto dell’Huracan. Tutt’oggi è molto probabile che, incappando in un tifoso del club, si sentirà il racconto di quel meraviglioso pomeriggio.