All’impiego in banca era già stata data da tempo la rinuncia e in quel 18 gennaio del 2007 forse il protagonista in questione iniziò a comprendere, come non mai, che tale scelta non fu poi così sbagliata. Pura follia poteva sembrare semmai ai tempi del Tegoleto, quando forte si palesò la voglia di vivere esclusivamente all’interno del manto erboso ma spesso e volentieri era proprio quest’ultimo a mancare. Poco male, Maurizio continua a sognare in grande anche in ambienti dove resta appena il diritto di fantasticare… il reale invece è complicato e si fatica persino a racimolare il necessario per pagare l’abbigliamento tecnico.
Floro Flores festeggiato
dai compagni dopo il gol
Sangiovannese e Pescara sono gli atti ufficiali che certificano il totale equilibrio mentale del tecnico nato a Napoli, vissuto in provincia di Bergamo ma cresciuto e legato da sempre alla Toscana. Proprio in quella terra ritorna dopo la parentesi abruzzese, chiamato a fine ottobre 2006 dal disperato Arezzo (in Serie, colpito dalle penalizzazioni del dopo calciopoli. I punti sottratti sono sei e le prime di campionato, sotto la guida di Antonio Conte, non sono bastate neppure per togliere il segno meno in classifica. Maurizio si divide tra scaramanzie cromatiche e il discorso tratto da “Ogni maledetta domenica” che mostra ai suoi prima delle partite. Tutto questo nel tempo, ben poco, che non occupa per ripetere all’infinito gli altrettanti schemi su palla inattiva. Insomma, sostanza e non solo apparenza, arrosto, per citare il proverbio, dove l’unico fumo è quello che proviene dalle sue sigarette.
Sarri inizia male, se non peggio del tecnico pugliese, ma alcune gare andate a buon fine e gli storici pareggi in recupero con Napoli e addirittura Juventus, lo portano ad allungare il suo rapporto con l’entourage aretino. Poi? Beh, poi c’è lei… la Coppa Italia! L’Arezzo elimina nell’ordine Perugia, Venezia e Udinese, tutte rigorosamente tramite supplementari o tiri dagli undici metri, fino ad ottenere il passaggio del turno pure nel derby con il Livorno… questa volta senza ricorrere all’extra time.
La rete aretina
Il tabellone parla chiaro e presenta così un quarto di finale che sulla carta sembra già scontato: l’Arezzo giocherà contro il Milan di Ancelotti! Impossibile non pensare ad un Davide e Golia con mutato epilogo… impossibile non pensare che sarà una passeggiata di salute per la compagine rossonera. L’andata a San Siro è già di per sé un viaggio da sogno per dei tifosi e società che ad inizio stagione non potevano neanche immaginare di vivere certe emozioni. L’atmosfera aretina si spacca in due: da una parte l’insofferenza per il campionato e il rischio sempre più ingombrante di una possibile retrocessione in C1, dall’altra l’orgoglio per aver raggiunto i quarti di finale della coppa nazionale. Il primo atto si chiude con il 2-0 per i padroni di casa, firmato Gilardino e Inzaghi. Sconfitta sì, ma la squadra toscana esce a testa alta e con la sensazione che al ritorno si possa ben figurare… e così sarà.
Tra le mura amiche, la squadra di Sarri non gioca a fare la vittima sacrificale e in vari frangenti mette alle corde il ben più titolato undici rivale, che si presenta con Dida Ambrosini dal primo minuto (tornati in campo dopo più di due mesi di stop, causa infortuni). La prima frazione di gioco termina a reti bianche ma poi, nel settimo della ripresa, è l’attaccante Floro Flores a punire i diavoli, di destro e mettendo a sedere il quarantenne Costacurta. Il Milan si sveglia e suona la carica ma senza ferire; l’Arezzo tiene duro e con Goretti colpisce pure una traversa che mette i brividi alla banda di Ancelotti.
Fischio finale e risultato che fa contenti più o meno tutti: i toscani per l’impresa di battere i futuri campioni d’Europa (rischiando inoltre di eliminarli dalla Coppa Italia), i lombardi per essersi garantiti il passaggio alle semifinali (seppur soffrendo come non si sarebbe dovuto). Sarri esce dallo stadio con una nuova medaglia morale da poter appendere al sopra della sua tuta, pur non riuscendo a terminare la stagione con gli amaranto visto l’esonero di marzo.
Viene richiamato in panchina Conte che, nonostante un buon cammino, non riuscirà a salvare il club dalla retrocessione (grazie anche alla contestata vittoria dello Spezia in casa della Juventus già promossa in A). In ogni caso l’impresa di quella serata di gennaio resterà tale e soprattutto eterna nei cuori dei tifosi toscani. Mister Sarri e i suoi ragazzi sfidarono dei giganti (Cafù, Gattuso, Seedorf, Pirlo, Dida, Ambrosini, Inzaghi ecc) e alla fine furono questi ultimi ad essere rimpiccioliti fino a mostrarsi umani. L’Arezzo prossimo alla C1 e il Milan in procinto di alzare la settima Champions: il bello del calcio sta nel rimescolare le carte e nello scrivere tutto meno che dei finali scontati. Per Maurizio un altro mattone posato sulla sua personalissima casa delle certezze… l’addio al posto in banca appare sempre meno folle. Una piccola aggiustata agli occhiali, tuta infilata e siga accesa: si riparte con una nuova avventura.
Luca Fazi