L’attuale elefantiaca Champions League rappresenta sicuramente il punto di passaggio verso un Campionato europeo per squadre di club al quale sembrano puntare le principali compagini e i più importanti network televisivi. Nel frattempo è impallidito il ricordo del torneo antesignano della Champions: la Coppa dei Campioni d’Europa organizzata a partire dal 1955 su ispirazione del quotidiano sportivo francese L’Equipe e del suo direttore Henry Delanuay, grande inventore di competizioni ad alto livello (sua l’idea, ad esempio, del Tourist Trophy motociclistico che si disputava sul circuito dell’Isola di Man) che, nel calcio, si è assunto la paternità sia – appunto – della Coppa dei Campioni sia, dal 1960, del Campionato europeo per squadre nazionali.
Alla Coppa dei Campioni erano ammesse soltanto le squadre vincitrici dei rispettivi campionati (in una Europa ante-caduta del muro di Berlino, quindi con un numero di stati nazionali molto ridotto) che si affrontavano ad eliminazione diretta con gare di andata e ritorno ed eventuale “bella” in campo neutro (non si calcolava, all’epoca, la differenza reti con il conteggio dei goal in trasferta validi “doppio” in caso di parità e neppure si tiravano, alle fine delle partite chiuse in parità, i calci di rigore). Al termine della “bella” se la situazione era quella di totale parità si eseguiva il sorteggio: in questo modo, nel 1965, fu beffato il Bologna al termine di uno spareggio giocato a Barcellona avversario l’Anderlecht. Se il ricordo della Coppa dei Campioni si è impallidito con il tempo quasi sparita è la memoria delle competizione progenitrice, la Coppa Latina che si disputò dal 1949 al 1957: è proprio alla Coppa Latina che dedichiamo questa ricostruzione storica a cura di Franco Astengo.
Fino all’istituzione della Coppa dei Campioni, la Coppa Latina fu tra le più prestigiose competizioni calcistiche europee dell’epoca. Il torneo si svolgeva in giugno–luglio, al termine dei campionati nazionali, ed era ospitato in uno o due stadi di uno dei quattro paesi partecipanti (a rotazione); la formula era quella della final four, con accoppiamenti di semifinale in gara unica e, a seguire, le finali. Partecipavano le squadre campioni nazionali (oppure in caso di impossibilità le seguenti in classifica) di Portogallo, Spagna, Francia, Italia. Non fu disputata nel 1954, in quanto nello stesso periodo si disputò la fase finale dei mondiali svizzeri, vinti dalla chiacchieratissima Germania Ovest in odore di doping sull’Ungheria. La Coppa dei Campioni nacque con la stagione 1955-’56 e per un biennio le due competizioni si sovrapposero; il Real Madrid le vinse entrambe nel 1957. La Coppa Latina fu definitivamente abolita nel 1958, visto il carattere più ampio della Coppa dei Campioni, aperta alle squadre di club di ogni federazione europea.
Il trofeo è stato vinto due volte ciascuno da Barcellona, Milan, e il mitico Real Madrid allenato da Villalonga in cui brillavano le stelle Di Stefano, Gento, Kopa e Gento; una da Benfica e Stade Reims. Blaugrana, Rossoneri, Blancos e Águias hanno vinto successivamente la Coppa dei Campioni-Champions League due o più volte, mentre i Rémois sono stati finalisti in due occasioni (1956 e 1959, in entrambi i casi sconfitti dai madrileni).
Alla prima edizione nel 1949 per l’Italia partecipò il Torino: la società era stata appena colpita dalla grande tragedia di Superga, ma il presidente Novo non volle mancare l’appuntamento. Fu allestita una squadra di fortuna composta, in parte, dai ragazzi che avevano terminato il campionato e da altri giocatori rientrati da prestiti vari. La prima gara fu giocata a Madrid il 26 giugno e registrò la sconfitta dei granata ad opera dello Sporting di Lisbona con il punteggio di 3-1. Rete torinista di Marchetto. Questa la formazione: Gandolfo, Bersia, Cuscela, Macchi (Giuliano), Nay, Gremese II, Frizzi, Pravisano, Marchetto, Gianmarinaro, Carapellese. Nella finale di consolazione riscatto dei granata sullo Stade Reims per 5-3 (gara giocata a Barcellona il 1 luglio). Reti: Pravisano (2), Carapellese (2), Marchetto. Formazione: Moro, Bersia, Cuscela, Giuliano, Nay, Gremese, Frizzi, Pravisano, Marchetto, Santos, Carapellese (dall’Argentina era arrivato Jo Santos, in seguito ottimo allenatore, scomparso giovanissimo nel 1964 mentre allenava il Genoa, vittima di un incidente stradale).
Completiamo la ricostruzione dettagliando i due successi finali del Milan.
Edizione 1951, disputata a Milano. Semifinale, 20 giugno
Milan – Atletico Madrid 4-1
Reti: Renosto (3) Nordhal.
Milan: Buffon, Silvestri, Bonomi, Annovazzi, Tognon, De Grandi, Burini, Gren, Nordhal, Liedholm, Renosto; all. Czeizler, d.t. Busini.
Finale, 24 giugno
Milan – Lille 5-0
Reti: Nordhal 3, Burini, Annovazzi.
Milan: Buffon, Silvestri, Bonomi, Annovazzi, Tognon, De Grandi, Burini, Gren, Nordhal, Liedholm, Vicariotto; all. Czeizler, d.t. Busini.
E’ un Milan stellare a liquidare Atletico Madrid e Lille. Il duo Czeizler-Busini può contare sul portiere Buffon (futuro marito della presentatrice Eddy Campagnoli, valletta di Mike Bongiorno in “Lascia o raddoppia?”), su una difesa granitica con Silvestri, poi allenatore del Genoa, e Tognon (un passaggio in panchina a Savona), il classicheggiante Annovazzi in mediana, ma soprattutto sul trio delle meraviglie Gren-Nordhal-Schiaffino.
Edizione 1956 disputata all’Arena di Milano
Semifinale 29 giugno
Milan – Benfica 4-2
Reti: Mariani, Bagnoli, Schiaffino (2).
Milan: Buffon, Maldini, Zagatti, Liedholm, Pedroni, Radice, Mariani, Bagnoli, Dalmonte, Schiaffino, Frignani; all. Puricelli.
Finale 3 luglio
Milan – Bilbao 3-1
Reti: Bagnoli, Dalmonte, Schiaffino.
Milan: Buffon, Fassetta, Zagatti, Liedholm, Maldini, Radice, Mariani, Bagnoli, Dalmonte, Schiaffino, Frignani; all, Puricelli.
Altro trionfo rossonero, questa volta con Puricelli in panchina. Liedholm e Schiaffino sono i direttori d’orchestra; la difesa è pilotata da Cesare Maldini ed è l’inizio di un lungo amore e di una saga familiare (poi arriverà Paolo). Radice e Bagnoli sono gli uomini di fatica, Dalmonte e Frignoni le punte.