Quella domenica mattina del 21 febbraio 1988 Firenze si preparava ad abbracciare il proprio idolo di sempre, che tornava a giocare al Comunale di Campo di Marte, ma non con la consueta maglia viola numero 10. Stiamo parlando, ovviamente, di Giancarlo Antognoni il quale aveva lasciato Firenze e la divisa gigliata nell’estate precedente per tentare l’avventura svizzera nelle file del Losanna e proprio Fiorentina e Losanna scesero in campo nel pomeriggio per affrontarsi in una gara amichevole, che si sarebbe trasformata, ovviamente, in una sorta di “Antognoni Day”. La squadra viola, allenata da Eriksson, in campionato era reduce da sei gare senza vittorie e si trovava a soli quattro punti dalla zona retrocessione. Dell’evento ce ne parla Roberto Vinciguerra. I tifosi viola, che erano già in contestazione aperta contro la società, stavano mal digerendo questa situazione di classifica e, pochi giorni prima, avevano dimostrato il proprio dissenso lasciando deserto lo stadio fiorentino in occasione dell’amichevole contro la Steaua, a cui assistettero solo 700 persone.
Per rivedere l’Unico 10 calcare il terreno del Comunale, però, Firenze rispose con circa 15.000 spettatori (capienza molto ridotta a causa dei lavori di adeguamento per i mondiali del 1990), tutti accorsi allo stadio per rendere omaggio allo storico capitano che, una volta entrato in campo, si accorse subito che non sarebbe stata una partita normale, visto che la Curva Fiesole espose uno striscione con scritto “Antonio, i nostri cuori sono infranti, ma la tua stella brillerà per sempre”. Fra cori e applausi per Antognoni e fischi ed invettive contro i Pontello la partita arrivò all’intervallo sul punteggio di 1-0 per i viola, grazie ad un gol segnato da Davide Pellegrini, schierato a centrocampo da Eriksson, ironia della sorte, proprio con la maglia numero 10.
Nella ripresa il Losanna, guidato da Antognoni tentò di agguantare il pareggio. I tifosi viola ebbero modo di godersi, nella zona centrale del campo, un confronto unico fra il passato della Fiorentina, cioè Antognoni, ed il futuro, ossia Baggio (subentrato a Pellegrini all’inizio della ripresa). Proprio come nei migliori finali dei celebri film, il pareggio del Losanna arrivò a cinque minuti dal termine ed a segnarlo fu proprio l’ex bandiera viola.
Nel momento in cui la palla calciata da Antognoni superò Landucci dalla Curva Fiesole si levò un boato che Firenze aveva sentito raramente dopo che l’ex capitano stesso aveva lasciato il capoluogo toscano. Strano, ma vero, ma la Curva Fiesole aveva esultato sonoramente per un gol subito dalla Fiorentina, ma il motivo era più che nobile, visto che lo aveva realizzato il giocatore simbolo della storia viola. Alla fine della gara, a dimostrazione dell’eccezionalità di quella gara decisamente unica, il tecnico svizzero Barberis dichiarò: “Incredibile, neppure per Paolo Rossi o per Tardelli sarebbe possibile una festa così. Antognoni è un mito. Sapevamo che a Firenze gli volevano bene, ma qui è successo il finimondo!”.