Buon compleanno, vecchio guerriero!
Gen 4, 2021

Non è uno stadio, ma è come se contenesse tutti i campi e i gradoni del mondo. Non è neppure una squadra, anche se in oltre un secolo di vita ne ha raccontato di tutti i colori. Un groundhopper cresciuto con il suo mito non può non rendergli il giusto tributo. Il Guerin Sportivo ha compiuto i suoi primi centonove, e per noi è un po’ come se a festeggiarli fosse uno di casa, un familiare o un amico carissimo, e non il periodico sportivo più antico del mondo.
  Del suo lungo percorso abbiamo seguito giusto un tratto che corrisponde a un quarto di secolo, e dunque appena un quarto della sua storia. Eppure sembra una vita e – per quanto ci riguarda – di fatto lo è.

Giovedì 4 Gennaio 1912 uscì il primo numero del Guerin Sportivo, costituito da quattro pagine (talvolta anche sei) al costo di 5 centesimi. Sperando di farvi cosa gradita, grazie alla preziosissima testimonianza di Giuseppe Ambrosini, uno dei soci fondatori del nostro amato Guerino, ripresa nel Libro del Centenario curato dal grande Paolo Facchinetti, siamo in grado di raccontarvi la nascita di quello storico numero 1.


 

Ecco cosa scrisse Andrea Sini nel 2012 in occasione dei cento anni. Come non essere d’accordo? Sono salito a bordo nell’estate del 1987, prezzo lire 2.300 (una discreta cifretta, per un bambino di neppure 9 anni), in copertina un fotomontaggio di Bernd Schuster con la maglia della Juve, che in realtà il tedesco non indosserà mai. Da lì in poi ho viaggiato in prima classe alla scoperta di un calcio che oggi, appena cinque lustri più tardi, sembra pura mitologia e non qualcosa che si poteva vedere, toccare, gustare. E anche sfogliare, grazie al Guerino.

La celebre copertina con Schuster che indossa la maglia della Juve

Mi ha fatto entrare al Maracanà anche se non ci sono mai stato, mi ha portato a Wembley molto prima che riuscissi a metterci piede. Mi ha fatto scoprire fantastiche storie di giocatori e squadre di cui altrimenti non avrei mai sentito parlare. Dove, se no, sarebbe stato possibile leggere i racconti delle imprese di Kenny Dalglish, mito del Liverpool, o scoprire in anticipo che faccia aveva e da dove veniva Mika Altoonen, l’ultimo “colpo” dell’Inter (un bidone che poi avrebbe giocato appena tre partite, ma con la maglia del Bologna)?
Strepitoso nella cura della nostra serie A, letteralmente unico per quanto riguarda i campionati esteri, il Guerino mi ha condotto anche in affascinanti viaggi alla scoperta del calcio minore e degli altri sport. Affascinanti e quasi esotici, come mi appaiono oggi le immagini dello stadio Celeste di Messina, dell’Appiani di Padova o del Mirabello di Reggio Emilia. Sempre e ovunque stadi strapieni di tifosi, in serie A come in C. Per non parlare della meravigliosa serie B di allora.

L’edizione che celebrò la vittoria nel Mondiale del 1982 in Spagna

E’ di certo grazie a certe reminiscenze adolescenziali assorbite dal Guerino che, ho vinto una folle scommessa su quali fossero i terreni in terra battuta della serie C di metà anni Ottanta. Dove altro potevo aver visto una foto del campo dell’Akragas, del Campania Puteolana o del Licata? Oggi basta pestare un po’ i tasti sulla pagina di Google. Negli anni Ottanta e Novanta l’unica possibilità di affacciarsi su quel mondo (insieme a trasmissioni televisive cult come “C siamo”, con nella sigla il fantastico intro di Don Raffae’, e all’album Panini) veniva data dal Guerino.

Guerin Sportivo, anno 1978



Sempre per rimanere sul personale, ricordo la difficoltosa raccolta settimanale delle monete per arrivare alla cifra necessaria per comprarlo, il passaggio in edicola del giovedì (in Sardegna arrivava con un giorno di ritardo rispetto al resto d’Italia e non l’ho mai potuto sopportare), l’emozione per la prima lettera scritta al direttore Bartoletti e pubblicata pochissimo tempo dopo. Ci fu un direttore, Paolo Facchinetti, che non esitò a spedirmi a casa in regalo un numero degli anni Sessanta, dopo una mia lettera nel quale gli chiedevo come fosse il Guerino prima del formato magazine. Lo conservo ancora, insieme a tutta la mia ormai ingombrantissima collezione.

Zola-Torres
Zola nella Torres

Leggevo tutto, dalla prima all’ultima riga, con una curiosità e una fame di conoscenza persino preoccupanti.
E nelle pagine dedicate alla serie C sezionavo il testo parola per parola alla ricerca di qualsiasi riferimento alla Torres. Ricordo una foto di un giovanissimo Zola in maglia rossoblù (titolo “In cima alla Torres”). E ricordo perfettamente la sensazione di farfalle nello stomaco nell’aprire un numero di fine anni 80 e scoprire un servizio di 4 pagine sulla mia squadra del cuore, con una grande foto di piazza d’Italia e il titolo “Tutti gli uomini del presidente”, con riferimento all’allora capo dello Stato, il sassarese Francesco Cossiga.

Akragas
L’Akragas allo stadio Esseneto



Centonove anni sono un’infinità, sono storia e leggenda. Oggi il modo di fare informazione è cambiato, il calcio è irriconoscibile e le tribune sono quasi sempre deserte. Il fondo di molti campi è sintetico e non profuma di erbetta ma neppure di polvere. Anche il Guerin Sportivo è cambiato: da settimanale è diventato mensie. Eppure, mentre leggiamo le sue pagine scritte oggi, riusciamo ancora a sentire il profumo di quel calcio così meraviglioso e lontano.



Le collezioni del Guerino, lo sappoiamo anche da altri lettori accaniti, resistono quasi sempre ai tempi e ai traslochi, agli spazi ridotti e alle minacce di mamme e mogli. Anche quell’enorme armadio di Guerini e di album Panini rimasto a casa è considerato intoccabile.
Perché è vero che con Google bastano due colpi ai tasti, ma volete mettere la poesia di sfogliare quelle vecchie pagine e riscoprire, tanti anni dopo, quant’era affascinante il campo in terra battuta dell’Akragas?



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