7 Febbraio 1999, stadio Pier Luigi Penzo di Venezia. La città lagunare è pronta ad ospitare il match contro la Roma mentre si respira l’aria carnevalesca. Non può esserci avversaria più a “tema”, dato che la compagine giallorossa ha nel proprio organico ben cinque calciatori carioca… di certo non estranei al clima di baldorie che la festa impone. Uno di questi è al suo esordio assoluto in Italia dopo esser stato prelevato dal Cruzeiro per la cifra, non irrilevante, di 30 miliardi delle vecchie lire (altri due per le commissioni).
In mezzo al campo indossa la maglia numero 27 e dei guanti che richiamano alla mente una pellicola cult del mondo calcistico: “… se Zico ha giocato con i guanti, il mio Aristoteles giocherà col cappotto”. Ironia della sorte, Arthur Antunes Coimbra è proprio tra i sostenitori del neo centravanti romanista, etichettato in Brasile e presentato già come “il nuovo Ronaldo”. Le dichiarazioni dei presunti esperti accendono l’animo dei tifosi, sempre più preoccupati dall’ascesa, tecnica e in termini di risultati, dei cugini biancocelesti; fanno contento pure il presidente Sensi, non del tutto convinto per la spesa affrontata. Paragone con Ronaldo?
Nessun problema, ci pensa lo stesso Fabio Junior a togliere qualsiasi dubbio: “… credo di essere l’attaccante brasiliano più forte del momento”. Il verbo circoscritto alle proprie opinioni è quanto mai doveroso… anche perché tali rimarranno. Contro i veneti si fa dura già al secondo minuto quando Alvaro Recoba, anch’esso acquistato nel mercato di gennaio, porta in vantaggio i padroni di casa (3 a 1 il finale), siglando il primo di quei dieci centri che aiuteranno a salvare la banda di Novellino. Per il Venezia è l’inizio di un carnevale continuato sino a fine stagione: scongiurata la Quaresima, quantomeno quella calcistica.
La delusione per la sconfitta è tangibile nell’ambiente capitolino ma non c’è tempo per rammaricarsi perché, appena sette giorni più tardi e contro la Sampdoria, l’attaccante brasiliano si fa perdonare segnando al debutto in casa dopo appena dieci minuti. Si ripete tre turni successivi, al Friuli contro l’Udinese: poi il blackout! Il brasiliano è lento, sbaglia i passaggi più semplici e non è sintonia con i compagni: dov’è finito il talento ribattezzato in patria “Uragano blu”? Complice delle grandi aspettative – oltre ad un 1998 colmo di gol ed arricchito dalla chiamata della Seleção – fu una videocassetta a cura del Corriere dello Sport, reperibile nelle edicole e commercializzata appena conclusa la trattativa. Il VHS ingannatore mostrava, con notevole lavoro “sartoriale”, tutte le prodezze del calciatore che sulla carta sarebbe stato l’erede del Fenomeno.
“Arriva da una stagione in cui le ha giocate tutte… aspettiamolo e in primavera andrà meglio” sentenziava mister Zeman dopo i primi disastri del centravanti. Tempo qualche settimana e i pareri del boemo mutarono con decisione: “Non sa fare nulla e non ha la minima voglia di imparare”.
I lisci sottoporta nel ritorno dei quarti contro l’Atletico Madrid danno rilievo all’ultima affermazione del tecnico. Fabio Junior perde la titolarità, il ballottaggio con Delvecchio ed infine gli viene preferito pure l’alternativa alle alternative Alessandro Frau. La rete nella goleada di Vicenza, dell’ultima giornata, non allevia le insofferenze di tifosi e dirigenza, oltre a quelle di Zeman che al posto del brasiliano aveva visionato, apprezzato e richiesto un altro attaccante, in forza alla Dinamo Kiev, stimato da mezza Europa: sbarcherà lo stesso in Italia, nella Milano rossonera, per far le fortune del club.
A fine stagione il boemo non viene confermato in panchina ma le cose con il nuovo tecnico, Fabio Capello, non vanno di certo meglio… anzi. Il condottiero friulano boccia senza indugio il numero 27, definendolo come “impresentabile”. L’uragano, in effetti, è appesantito da qualche chilo di troppo; dice di non amare il cibo italiano – unico caso al mondo – ma evidentemente si consola con i piatti forti di altri paesi. La dirigenza convince l’allenatore a tenerlo per cercare di arginare la prevedibile rimessa economica, ma la seconda chance si rivela come l’ennesimo fallimento. Una rete al Goteborg in Coppa Uefa ed una alla Reggina in Serie A: Fiumicino, dopo un anno e mezzo, lo aspetta nuovamente ma questa volta per un viaggio in direzione opposta. In pochi mesi sono state tradite le attese e cambiate radicalmente le “condizioni meteorologiche”. Il coro di alcuni tifosi all’aeroporto, difatti, è abbastanza eloquente: “E se ne va… er venticello se ne va”. L’uragano era giusto un semplice e quasi impercettibile movimento d’aria. La partenza però non è di quelle definitive, in quanto il centravanti, forte di un contratto quinquennale da 2 miliardi a stagione, rimarrà come zavorra del club giallorosso, costretto a darlo in prestito quasi fino alla scadenza. Fabio Junior girerà il mondo, tra Brasile, Giappone, Emirati Arabi, Germania ed Israele, senza tuttavia lasciare il segno. Rimarrà certamente nel cuore dei nostalgici, degli ammiratori perversi di bidoni ignobili e in quello dei giocatori seriali di Pc Calcio7, con aggiornamento… lì, nella realtà virtuale, l’uragano dettava legge.
Pazienza, per illudersi basterà di nuovo rovistare nel vecchio scatolone abbandonato in soffitta, soffiare su tutta quella polvere e afferrarla (sì, sto parlando proprio con te… non vergognarti di averla comprata). Riportare in vita il vostro registratore ed inserire il VHS: il nuovo Ronaldo vi aspetta!
Luca Fazi