“La prodezza di Amato, la prodezza di Amato”. Ancora riecheggia nei ricordi dei tifosi dell’Acireale, inchiodati davanti al televisore, quell’urlo di Giammarco Mazzocchi di fronte alle parate del portiere granata Carmine Amato durante la telecronaca della lotteria dei rigori, mentre si svolge lo spareggio salvezza valido per la permanenza in Serie B tra Acireale e Pisa disputato allo Stadio Arechi di Salerno, il 14 giugno 1994. Se i tifosi acesi presenti sugli spalti e quelli a casa esultano per il rigore decisivo realizzato da Giacomo Modica, che decreta la permanenza del club siciliano nelle serie cadetta, l’attenzione di questo articolo è posta, in primo luogo, sull’autore di quelle prodezze e su quei colleghi di reparto che si sono susseguiti a difesa della porta dell’Acireale: Paolo Orlandoni, Nicola Pavarini, Ciro Polito e Alex Cordaz.
Il calcio italiano è da sempre famoso per la sua tradizione di portieri, anche se oggi questa sembra essere smarrita data la massiccia presenza di “numeri 1” stranieri presenti nella massima serie. Le squadre appartenenti al calcio di provincia, dal canto loro, hanno da sempre rappresentato una valida vetrina per lanciare nel cosiddetto calcio che conta portieri che a partire dal decennio degli anni Novanta, il quale potrebbe essere considerato uno dei periodi di massima espressione della scuola italiana, si sarebbero confrontati con campioni del calibro di Zenga, Tacconi, Peruzzi, Pagliuca, Marchegiani, Bucci, Cervone, Mancini, Ferron, Taglialatela, Rossi e Buffon tanto per citarne alcuni. In tutto questo l’Acireale ha avuto la sua parte e ha contribuito a mantenere viva la fucina di portieri italiani.
Carmine Amato approda ad Acireale in Serie C1 nel 1992, in precedenza gioca a Licata e ad Avellino, vi rimarrà per tre stagioni, due delle quali in Serie B, collezionando 108 presenze. Amato è un portiere con un’ottima tecnica, dotato di grandi mezzi atletici e dalla spiccata esplosività. Quando il pallone sembra superare la linea di porta, ecco spuntare quella mano che strozza in gola l’urlo di esultanza dell’attaccante avversario. Memorabile è la sua partita contro la Fiorentina di Batistuta, nel campionato di Serie B 1993-’94, match nel quale il portiere granata mortifica gli assalti dei viola e l’Acireale strappa allo Stadio Tupparello un insperato pareggio a reti inviolate. A Carmine Amato è mancata solo la Serie A all’interno di curriculum di tutto rispetto. Come sostenuto dallo stesso, in una sua vecchia intervista, la conquista della massima serie con il suo Avellino sarà un rammarico nella sua carriera.
Molti ricordano Paolo Orlandoni nella rosa dell’Inter del triplete, pochi sono a conoscenza del fatto che il portiere altoatesino ha militato nelle fila dell’Acireale. Orlandoni pare avere un certo feeling con i primati: se con l’Inter ha collezionato una serie di trofei, con i granata è stato protagonista di un personale record di imbattibilità. Orlandoni gioca ad Acireale nella stagione 1997-’98. Il suo approdo nella cittadina siciliana, che da un lato guarda l’orizzonte perdersi nel Mar Ionio e dall’altro ascolta gli umori dell’Etna, è all’insegna di un sodalizio di mercato con l’Inter che, nella stagione 1993-’94, aveva già visto un giovane Arturo Di Napoli indossare la maglia granata.
Nella stagione 1997-’98 l’Acireale è allenato da Antonello Cuccureddu e conclude all’ottavo posto il campionato di Serie C1 Girone B. In quel periodo la società acese cerca una sua ricostruzione, dopo la scottante delusione per la retrocessione dalla Serie B del 1994-’95. L’Acireale di Oralndoni pere essere una squadra solida. Vi sono alcuni reduci della Serie B come Giuseppe Bonanno ed Elio Migliaccio (di ritorno da Benevento), giocatori di spessore ed esperienza come Dino Fava Passaro, Massimiliano Ferrigno, Massimiliano Pisciotta, Carmelo Puglisi e Giancarlo Romairone; infine, calciatori di prospettiva come David Stefani e Andrea Suriano. A proposito di portieri, quell’anno anche Fabio Marchioro (ex Juve) farà parte della rosa di giocatori a disposizione di Cuccureddu.
Proprio il reparto guidato da Orlandoni sembra essere il punto di forza dell’Acireale. Infatti, per sette gare consecutive la porta di Orlandoni rimane inviolata. Il suo record di imbattibilità, durato 630 minuti, viene infranto alla 28ª giornata del girone di ritorno con la sconfitta casalinga nella gara contro l’Avellino. A fine campionato Orlandoni collezionerà 28 presenze, subendo 12 gol. Insomma, il portiere granata si è imposto all’attenzione dei club più grandi e merita il salto di qualità. L’anno successivo approderà in Serie B giocando alla Reggina, la quale concluderà al 4° posto il campionato conquistando così la promozione in Serie A.
È il turno di Nicola Pavarini, il quale difende la porta degli etnei nella stagione 2002-’03. Quella di Acireale rappresenta un’occasione importante per Pavarini, poiché nelle due stagioni precedenti colleziona zero presenze tra Cesena e Brescia (club in cui milita nelle Giovanili dal 1991 al 1995 e in prima squadra tra il 1996 e il 1999). È l’Acireale del presidente Antonino Pulvirenti; in quell’anno il club gioca nel girone C della Serie C2 e conquisterà la promozione in C1. Ma qualcosa di torbido si muove all’ombra dell’Etna; infatti, la stagione successiva Pulvirenti “svuota” l’Acireale nel Catania, con i granata in lotta per la promozione in B. Proprio in C2 la società acese pone le basi per quello slancio che gli avrebbe consentito il doppio salto di categoria. Accanto a Pavarini vi sono calciatori come Orazio Russo, Antonio Aloisi, Maurizio Anastasi, Massimo Lo Monaco e Antonino Cardinale solo per fare qualche nome. Nonostante quella che sembra una corazzata, sulla panchina dei granata Maurizio Costantini subentra a Roberto Chiancone, il nuovo allenatore porterà la squadra ai play-off, raggiungendo il 5° posto, ottenendo poi la promozione. Pavarini colleziona 32 presenze subendo 26 gol, il suo è un apporto decisivo per la squadra; infatti, tra le squadre in lotta per la C1, solo il Brindisi ha fatto meglio dell’Acireale subendo 22 gol. Questo non sfugge agli osservatori del mercato, l’anno successivo Pavarini sbarca a Livorno, gira tra Reggina, Siena e Lecce per poi trascorrere sette stagioni (2007-2014) nel Parma dove terminerà la sua carriera.
L’anno successivo l’Acireale partecipa al campionato di C1, la dirigenza scommette su Ciro Polito. Cresciuto nella Salernitana, dopo aver disputato campionati importanti tra Rimini, Avellino e Pistoia, Polito è un ingranaggio fondamentale di quella che sembrerebbe una macchina destinata alla vittoria, nonostante avversari del calibro di Catanzaro, Crotone (promosse in B), Viterbese e Benevento. Ma quella che sembrava una cavalcata verso la Serie B, a un certo punto della stagione si interrompe e l’Acireale giunge al 4° posto. Ancora una volta è la difesa l’arma in più dei granata: 26 gol subiti, il Catanzaro ne subisce uno di meno. In tutto questo, Polito colleziona 30 presenze subendo 17 gol sul totale; non a caso la sua presenza dona sicurezza a un reparto già di per sé esperto e puntuale. Dal momento in cui il presidente Pulvirenti decide di traslocare a Catania, Polito è tra quei giocatori che, tra il 2004 e il 2009, indosseranno la casacca dell’avversario di sempre, raggiungendo anche la massima serie.
Dopo lo sconforto a causa del “tradimento” perpetrato da Pulvirenti, il club fatica a riproporsi ai livelli della stagione passata e iniziano a emergere problemi societari. Giunge la stagione 2005-’06 e si ripropone il sodalizio con l’Inter, grazie al quale sarà Alex Cordaz a vestire la maglia granata.
Purtroppo Cordaz sbarcherà in Sicilia nell’anno che coincide con la retrocessione dell’Acireale in C2. Sebbene nella rosa vi siano giocatori come Daniele Fortunato, Mauro Facci e Gaël Genevier, la squadra allenata da Ugolotti concluderà la stagione al 14° posto, perdendo la sfida salvezza ai play-out contro la Juve Stabia. È opportuno ricordare re il Girone B vede la partecipazione del Napoli e del Frosinone, poi promosse in B. A fine stagione la società acese verrà messa in liquidazione. A fronte di questo, il portiere di Vittorio Veneto può vantare 30 presenze con 28 gol subiti e la consapevolezza di aver giocato in un club che ha visto nelle sue fila importanti predecessori, mentre i tifosi granata, dal canto loro, sanno che il capitano del Crotone è passato da Acireale, dando ancora una volta il proprio contributo a quella tradizione del calcio italiano che gli appassionati custodiscono e raccontano come fosse una storia da tramandare.
Danilo Paolo Leanza