Quando si legge in internet la biografia qualche calciatore, non sempre l’inizio della carriera corrisponde alla realtà integrale. L’esempio è quello dell’ala tornante Sergio Pellizzaro, scoperto fin da ragazzino da un talent scout della Robur di Thiene, mentre era ancora ospite dell’Istituto Nordera a due passi dal quartiere della Conca all’inizio degli anni ‘60.
A quel tempo alcuni buoni maestri gestivano le squadre N.A.G.C. (nucleo addestramento giovani calciatori) del Patronato Maria Ausiliatrice e organizzavano partite amichevoli d’andata e ritorno tra i ragazzi della Robur e quelli dell’Istituto.
Era un modo per far socializzare i giovani thienesi con i coetanei che vivevano dentro una realtà cittadina piuttosto chiusa. Sergio Domenicacci Pellizzaro, nato a Montebello Vicentino il primo marzo 1945, era il ragazzo che in collegio, correndo dietro al pallone, emergeva più d’ogni altro in campo per grinta e abilità di gioco.
Non ricordo, però, chi fu l’artefice del suo tesseramento presso l’Unione Sportiva Robur, squadra dove cominciò a giocare nel campionato giovanissimi. Forse Egidio Martini detto “Varzi” che assieme al mitico allenatore “alla Rocco”, Toni Bortoli e al filosofo della sfera Franco De Santis, detto “Bacalà”, completava la storica terna di Uomini del calcio nostrano.
Poiché il giovanissimo Sergio emergeva anche tra i roburini, fu portato in prova a varie squadre.
Di Pellizzaro, purtroppo, non abbiamo trovato in archivio foto e nemmeno il cartellino con la casacca della Robur e l’unica testimonianza concreta del suo passaggio tra i giallorossi rimane un articolo su un ritaglio de Il Giornale di Vicenza datato dicembre 1963 titolato…
“Dalla Robur alla Serie A”: “La carriera del giovanissimo Sergio Pellizzaro è stata veramente rapida. Egli ha imparato le prime nozioni di calcio riuscendo ad imporsi all’attenzione di competenti, in seno alla Società Sportiva Robur nella quale ha sempre militato.
Lo scorso anno è stato ceduto al Mantova ed ora ha già esordito in Serie A riuscendo ad ottenere favorevoli commenti. Gli sportivi roburini auspicano che il loro bravo Sergio possa proseguire lungo la strada così bene iniziata!”... Ecco, dopo aver chiarito l’arcano dell’inizio della sua storia, comincia la biografia di Sergio Domenicacci Pellizzaro pubblicata: “Cresciuto nel settore giovanile del Mantova, la società biancorossa lo fa esordire in Serie A a diciannove anni. Tra il 1963 e il 1965 colleziona 5 presenze.
Dopo un anno (1964) in prestito all’Empoli, nel quale colleziona 26 presenze e 10 reti, si afferma nella città virgiliana, dove nella stagione 1965-’66 scende in campo 36 volte segnando 5 gol. Viene quindi acquistato dalla Roma. Nella capitale gioca 12 partite segnando un gol nella stagione 1966-’67, e quindi viene ceduto al Catanzaro in Serie B, dove realizza 14 gol nella stagione 1967-’68 (in 37 presenze giocate in maniera buona), fra cui una doppietta al Palermo, squadra in cui passò nella stagione successiva. Torna quindi a giocare in Serie A con la maglia del Palermo per un biennio (dal 1968 al 1970): scende complessivamente in campo 56 volte in campionato, segnando 16 gol fra cui una tripletta all’Atalanta, anch’essa sua futura squadra; ai nerazzurri segnò anche due reti nella partita di ritorno.
Il gol più bello dei 10 della prima stagione, a detta sua, è quello al Vicenza al volo di sinistro sul campo fangoso. Al termine del periodo in rosanero in cui ci fu la retrocessione della squadra, nell’estate del 1970 viene acquistato dall’Inter. A Milano trova poco spazio, partecipando solo marginalmente (4 presenze complessive) alla vittoria dell’undicesimo scudetto nerazzurro nella stagione 1970-’71 poiché ceduto in prestito al Palermo già a novembre, tornando così in Sicilia dove segna 7 gol in 29 partite.
Rientrato all’Inter per la stagione 1971-’72, segna 2 gol in 15 partite di campionato raggiungendo la finale della Coppa dei Campioni: in tutta la manifestazione entra sempre a partita in corso, ed è decisivo sia nei quarti di finale contro i belgi dello Standard Liegi che in finale contro gli olandesi dell’Ajax; nell’andata dei quarti fornisce l’assist a Jair per il gol vittoria, e nella gara di ritorno serve un assist a Sandro Mazzola, mentre nella semifinale contro gli scozzesi del Celtic segna il proprio tiro di rigore dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari e supplementari. Nel 1972 passa all’Atalanta, sempre nel massimo campionato, nell’operazione che ha portato a Milano Giuseppe Massa, Adelio Moro, Giuseppe Doldi e Sergio Magistrelli.
A Bergamo, tra il 1972 ed il 1974, segna 5 gol in 55 incontri disputati. Gli ultimi anni di carriera li gioca nel Perugia, con cui ottiene una promozione in Serie A e con cui segna 10 gol in 39 partite nel biennio 1974-’76, e nel Rimini, chiudendo la carriera nel campionato cadetto. In Romagna gioca 46 partite e segna 6 reti tra il 1976 e il 1978”.
Giuseppe (Joe) Bonato