Come se le parole distorcessero le sue movenze ed i suoi cambi di passo improvvisi in campo. Zamparini lo fece approdare al Palermo scommettendo sul suo talento. Josip Ilicic. All’inizio colpi soprattutto la sua aria spaesata e il suo sguardo incerto. Pochi cenni affidati ad un interprete.
Giorno dopo giorno esplode la sua fantasia ed il suo genio. Il laboratorio rosanero l’ambiente ideale per esaltarlo. Un’orchestra magnifica in campo con i vari Pastore, Miccoli, Dybala.
Le magie non finiscono nemmeno quando il glorioso Palermo sparisce dai quadri federali a causa del fallimento. Estate 2019, si riparte dal dilettantismo e lui si imbarca verso il gate per onorare l’invito riservato alle “vecchie” glorie.
Atleta devoto alle regole ferree. Uomo. Che non dimentica. Valori antichi. Annacquati, oggi, da chi ama essere celebrato con pochi meriti sportivi fino all’aberrazione di autocelebrarsi. Per Josip è tutto diverso tranne la forma del pallone. Le traiettorie pennellate di bellezza, ricami.
Gioia per gli occhi fino al poker di Valencia con il modello ecosostenibile della Dea Atalanta che da piccolo pensavo fosse il nome di una città ed invece è solo Bergamo. Ilicic ci insegna che sotto la neve può alimentarsi perfettamente il tizzone ardente, che l’anemia da prestazioni non è un’assenza ma soltanto un prepararsi per dipingere colpi da biliardo illegali che la maturità renderà la regola e non l’eccezione.
Il suo attuale mal di campo ci impone un’attenta riflessione. Non è l’augurio, scontato, di vederlo nuovamente incantare gli appassionati di tutta Europa.
Il punto è di assecondare la sua voglia di defilarsi compostamente per ritrovare se stesso ed il senso di tutto ciò che il suo talento ci ha raccontato finora. Dove potrà riannodare tutti i fili dell’anima è sempre la solita vecchia, malandata, fuori moda istituzione.
La sua famiglia, i suoi affetti primordiali. I camion incolonnati con centinaia di bare senza destinazione sono uno shock per tutti noi.
Quando c’è la guerra con i carri armati te ne fai una dolorosissima ragione. Quando non ci sei più senza poterti difendere perché il nemico è invisibile, no. E ritornano gli spettri dell’infanzia. Il cuore è un lusso ingombrante di questi tempi, caro Josip.
Riccardo Vaccaro