Nato a Bari il 9 dicembre del 1953, Vito Chimenti debutta in serie C con il Matera nella stagione 1972-’73.
Dopo una breve apparizione nella Lazio ed un’altro paio di campionati in C a Lecco e Salerno, l’attaccante trova la sua consacrazione in serie B con la maglia del Palermo nella 1977-’78.
L’aspetto tozzo, un pò grassottello, non impediva a questo giocatore di essere un virtuoso di tecnica.
Tutti lo ricordano per il numero della “bicicletta” (foto a fianco). Giochetto che gli permetteva di dribblare in modo anomalo il difensore. Ma oltre la “bicicletta” c’era di più, c’era il bomber. Nelle due stagioni di permanenza a Palermo, Chimenti è stato il cannoniere della squadra. 16 gol nel campionato 1977-’78, 13 in quello successivo.
E’ stato pure l’autore del gol rosanero della finale di Coppa Italia contro la Juventus, segnando al futuro campione del mondo Dino Zoff.
Nel secondo tempo della finale non si capì mai bene il motivo per cui fu sostituito. Chimenti lasciò Palermo per approdare in serie A con il Catanzaro. Dopo vestì le maglie di Pistoiese ed Avellino sempre in A.
Ai trasferisce poi al Taranto, i dapprima in Serie C1, dove è capocannoniere del torneo nella stagione 1982-’83 con 13 reti, e successivamente in Serie B, dove resta fino al 1985, quando subisce una squalifica di cinque anni per il caso Padova e termina l’attività agonistica.
Vito Chimenti è il fratello minore di Francesco Chimenti, anch’egli attaccante, nelle file della Sambenedettese e zio di Antonio Chimenti, l’ex portiere con esperienze anche in Roma, Juventus, Lecce, Cagliari e Udinese.