Il Piacenza è ancora innamorato di Simonetta
Apr 19, 2023

Roberto Simonetta non ha mai scordato Piacenza. Lui sa come si conquista una promozione in B col Piacenza. Intervistato da Album Biancorosso, ha detto: “Sono contento di avervi fatto divertire”.

A Piacenza è cominciata la carriera. “Ero giovane, mi è stata data fiducia. L’averla ripagata inorgoglisce. Se posso, aggiungo una cosa: quando me ne sono andato, avevo ancora un anno di contratto, ma Catuzzi disse chiaro che non rientravo nei suoi piani. Per questo andai a Trieste. Ero dispiaciuto, però sapevo di essere diventato calciatore professionista. Tra parentesi, abbiamo vinto il campionato quell’anno”.

La rosa e lo staff tecnico del Genoa per la stagione 1983-’84. Da sinistra, in alto: due massaggiatori, Favaro, Gentile, Onofri, Martina, Romano, Policano, Piras, medico sociale, Simoni (allenatore); al centro: Eloi, Benedetti, Antonelli, Peters, Testoni, Fiordisaggio, Fiorini; in basso: magazziniere, Canuti, Corti, Simonetta, Briaschi, Bergamaschi, Viola, magazziniere

Soddisfazioni se n’è tolte sei tolte. A Lucca c’è ancora la sua foto nel bar dello stadio. La cosa curiosa è che ci sembra ieri che vestiva il biancorosso, sembra preistoria quel caffè ordinato al Porta Elisa.

“La buona sorte mi ha aiutato. Ho sempre giocato in piazze attaccate alla squadra. Era la scossa, aiutava a dare il meglio. Deve essere stato l’esordio in serie A col Genoa. Avevo 16 anni. Il calore ricevuto a Marassi è rimasto appiccicato”.

Simonetta nella Lucchese

Oggi gestisce una sua scuola calcio a Latina, sul campo dove ha imparato.  A insegnare è bravo: Signori ha preso spunto da lui a usare il sinistro.

“Beh no era molto giovane, ma ci sapeva fare. Comunque qualcosa ho insegnato anche a Del Piero. Eravamo insieme a Padova, nella gara delle punizioni arrivava sempre secondo”.

Con Sebino Nela prima di una sfgida tra il Piacenza e la Roma

Quando arrivò a Piacenza molti si chiesero a che cosa sarebbe servito. C’era Crialesi nel suo ruolo, non uno qualsiasi. Due sono i momenti che lo legano alla tifoseria del Piace. Il goal vittoria a Mantova perché sembrava una partita scritta, invece lui l’ha riscritta. Il rigore sbagliato a Spezia, perché prese un treno di nomi.

E la rete con la Reggiana? “Quella domenica lanciammo un segnale importante al campionato. Eravamo noi la squadra da battere. I calciatori devono fare quello che sanno, i tifosi devono trasmettere quel calore di cui parlavo prima. Un mix che può davvero fare la differenza. L’unica volta in cui sono stato coinvolto in spareggi promozione, ero a Padova. Fu vittoria, ma non entrai in campo”.

Ai tempi della Triestina

La sua carriera in sintesi. Debutta con il Genoa in Serie A, il 7 marzo 1982 sul campo dell’Udinese; con i rossoblu gioca dal 1981 al 1983 per un totale di 8 presenze nella massima serie. Nella stagione 1983-‘84 passa alla Sanremese in Serie C1; realizza 8 reti, risultando il capocannoniere della squadra Nel 1984 torna al Genoa, nel frattempo retrocesso in Serie B, e disputa una stagione da rincalzo con 3 reti in 19 partite.

Nel Padova, sulle figurine

Nel 1985 passa al Piacenza, in Serie C1. Vi rimane fino al 1988, conquistando la promozione in Serie B nel campionato 1986-‘87 (con 11 reti realizzate, record personale, nel tridente con Serioli e Madonna), la Coppa Anglo-Italiana 1986 e la prima salvezza degli emiliani nella serie cadetta.

Nel 1988-‘89 veste la maglia della Triestina, con cui ottiene la seconda promozione in Serie B contribuendo con 9 reti. Dal 1989 al 1992 e dal 1994 al 1995 gioca per la Lucchese ad eccezione del periodo 1992-1994 dove è a  Padova; nella stagione 1993-‘94 conquista la promozione in massima serie nelle fila dei veneti, ma non viene confermato dai biancoscudati per la stagione successiva.

In seguito milita per una stagione nel Trapani, nella quale non si esprime ad alti livelli, e una nel Siena, entrambe in Serie C1. Conclude la carriera tra i dilettanti con le maglie di Castelnuovo Garfagnana, Terzigno, Terracina e Baracca Lugo, dove termina la carriera.

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